“E dopo l’anno a Boston, rimango e vado all’università”

Luca Van Den Berg è un diciottenne residente a Cantello. Lo scorso anno ha deciso di vivere un'esperienza di studio all'estero. Una scelta che gli ha aperto nuove prospettive

Studiare all'estero

Un inizio shock e una conclusione inaspettata. Dall’agosto scorso, quando è arrivato a Boston, Luca Van Den Berg ha vissuto quella che lui stesso definisce: « Tra le più belle esperienze della mia vita».

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Un anno a Bosto: tra studio, sport e viaggi 4 di 6

La curiosità di provare un anno di studio all’estero è nata.. in casa: « Negli anni scorsi, la mia famiglia ha ospitato tramite la WEP ( associazione che promuove esperienze di studio all’estero) uno studente australiano per un anno e un irlandese per tre mesi. Mi sono quindi deciso di provare la stessa esperienza negli Stati Uniti».

La scelta di Luca, giovane studente del liceo Ferraris di Varese residente a Cantello, cade sugli Stati Uniti: « Da agosto 2016 mi trovo a Boston, una città a dir poco meravigliosa, piena di giovani, divertimenti e cultura. L’arrivo non è stato dei migliori perché, lo stesso giorno in cui ho messo piede a Boston, la casa della mia famiglia ospitante designata ha preso fuoco e mi sono ritrovato senza un posto dove stare. La scuola americana si è subito attivata e, in poche ore, sono stato “sistemato” a casa del vicepreside.
In questa famiglia mi trovo molto bene. Rick, come ho già detto, fa il vicepreside mentre Katy, sua moglie, è una manager. Lavorano tutto il giorno per cui mi hanno dato le chiavi di casa per rendermi autonomo nelle entrate e uscite».

Nella città del Massachsetts Luca entra nella nuova realtà scolastica: « La mia giornata inizia abbastanza presto alle 6.20 del mattino. Dopo aver fatto colazione da solo (in America ognuno fa per se’), vado a scuola in treno e metropolitana – 40 minuti circa- oppure in macchina con Rick (meno male viste le temperature polari di questo inverno !) Le lezioni iniziano alle 8 e durano 50 minuti e a ogni cambio di ora ci si sposta in una classe differente. Ci sono due pause, la prima è il morning meeting, il cui posto di ritrovo è la hall della scuola dove vengono diffuse le notizie della giornata, mentre la seconda è la pausa pranzo, di 45 minuti.  La mia scuola – la Newman- è una International Baccalaureat e questo significa che i suoi corsi sono di alto livello e molto duri da seguire. Essendo anche una scuola preparatoria per il College- Università, è molto rigorosa ma ti permette, come studente straniero, di conseguire la maturità. Per questo motivo oltre alle 7 ore di scuola, devo studiare molto anche a casa per poter tenere il ritmo dei miei compagni americani. Il grande vantaggio di questa scuola è che ogni settimana facciamo un test di ogni materia e, in questo modo, nessuno rimane indietro perché sei obbligato a studiare sempre. I professori sono molto disponibili anche a fermarsi oltre l’orario scolastico per seguire gli studenti in difficoltà. La materia dove ho dato il meglio di me è stata matematica e di questo devo ringraziare la preparazione che ho avuto in Italia al mio liceo. Qui, a parte matematica e inglese che sono obbligatori ogni anno, si possono scegliere le materie che si vogliono seguire. Io ho scelto biologia, chimica, fisica, storia attuale e informatica».

Per Luca, dunque, le sfide scolastiche sono tante e impegnative perché si svolgono anche fuori dalle aule: « Nella mia scuola gli studenti vengono divisi in casate (come in Harry Potter). La mia casa è la Exeter House e con loro abbiamo vinto il torneo sportivo invernale. Durante l’anno ho anche fatto molte ore di volontariato, come richiesto dalla mia scuola ed io ho scelto di farle in ospedale dove ho svolto le mansioni più diverse, dal portare i pasti, a distribuire i giornali o la posta.
Grazie a questo ambiente scolastico, in dicembre ho voluto provare a fare i test di ingresso per il College (i SAT) e li ho passati con un punteggio molto buono. Passati anche gli esami di metà anno (una specie di prima maturità) ho deciso di fare le cosiddette “application” ai diversi college per misurarmi con gli studenti americani. In men che non si dica sono stato accettato e, per di più, con una borsa di studio. Per questo, l’anno prossimo ho deciso di fermarmi negli Stati Uniti; mi trasferirò alla Fordham University a New York dove intraprenderò il mio cammino per diventare medico».

L’anno di studio, quindi, si è rivelato ancora più sorprendente: « In futuro credo che tornerò a studiare in Europa per avvicinarmi alla mia famiglia, ma per il momento almeno un anno di college lo farò sicuramente».

Anche Luca, come tutti, si sta preparando ora per il “gran finale”: « Mi sto concentrando sulla maturità che sarà il prossimo 5 giugno e aspetto il Prom, la famosa festa di fine anno scolastico. Per quanto riguarda lo sport, io sono un giocatore di tennis ma, poiché a scuola è uno sport primaverile, in autunno ho giocato a calcio e io, che non ho mai praticato seriamente questo sport, venivo considerato alla stregua di Maradona! Per gli americani tutti gli italiani sono dei fenomeni a calcio. Ora sto giocando a tennis e stiamo facendo il campionato regionale. Qui lo sport è molto importante ma nella mia scuola viene comunque dopo lo studio».

E se il mondo della scuola lo impegna per gran parte del tempo, Luca è riuscito a costruirsi anche una bella rete di amici per il tempo libero: « Per quanto riguarda la vita sociale, mi sono fatto tantissimi amici  sia all’interno della scuola sia in quella di altri istituti a Boston. Andiamo a feste, eventi sportivi, a mangiare fuori o via per i weekend. La mia famiglia non ama viaggiare e nei fine settimana rimane sempre a casa. Solo per il giorno del Ringraziamento, Natale e Pasqua siamo andati dalla nonna tutto il giorno dove abbiamo fatto pranzi in vero stile americano con tutta la famiglia. Questo mi ha un po’ obbligato a cercarmi una vita sociale da solo e, fortunatamente, con gli amici viaggio abbastanza, dal mare a Cape Cod, a New York o Miami.
Il tempo libero lo trascorro facendo sport, vedendo gli amici, andando a eventi sportivi, cinema, ristoranti o viaggiando a New York per esempio come nello scorso weekend o andando al mare in giornata. Spesso andiamo anche a casa di compagni la sera dove passiamo il tempo a chiacchierare».

L’accoglienza nella famiglia è stata decisamente soddisfacente: « Anche se la mia famiglia ama stare a casa, ho due grandi vantaggi: il primo è che mi hanno dato una camera-soggiorno che sembra una piazza d’armi con un bagno solo per me, e il secondo è che Rick cucina molto bene. Alla sera mangiamo tutti insieme sul divano (in America si fa così) delle grandi grigliate di carne e dei piatti di pasta da far invidia a uno Chef».

Come molti altri compagni che stanno vivendo la stessa esperienza all’estero, Luca non può che fare un bilancio positivo di questi mesi: « Diciamo che la mia esperienza è globalmente molto positiva. Sento di essere cambiato e cresciuto sotto il profilo dell’autonomia. Oggi sono in grado di gestire la mia vita e il mio tempo in modo più responsabile anche perché qui devi sempre e comunque cavartela da solo. Ci sono momenti in cui la tua famiglia ti manca ma con Skype o Facetime puoi sentire e vedere tutte le persone a cui tieni in tempo reale e questo aiuta tanto. E’ una vera esperienza di vita che ti allarga l’orizzonte e ti permette di crescere e maturare».

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 03 Maggio 2017
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