“Il reparto di medicina di Angera non chiuderà”
La direzione dell'Asst Valle Olona smentisce in modo categorico le voci circolate sulla possibile riduzione dell'attività dell'Ondoli

Non ci sarà alcuna chiusura di reparto all’ospedale di Angera. La direzione dell’Asst Valle Olona smentisce in maniera categorica la notizia circolata nei giorni scorsi e ripresa ancora oggi sulle pagine dei social media : « Abbiamo dato rassicurazioni ai sindaci che ce lo avevano chiesto – dicono dall’azienda – queste notizie sono completamente infondate».
Le voci circolate negli ultimi giorni annunciavano l’imminente chiusura del “secondo reparto di Medicina generale all’ospedale di Angera – si legge sulla pagina Facebook delle mamme di Angera – Resteranno disponibili solo pochi letti al terzo piano, per gestire le emergenze del Pronto soccorso e dei degenti attualmente presenti in ospedale. Medicina chiude: perché? Carenza di personale. Ovvero, diciamo noi, gestione vergognosa della nostra struttura».
Della questione si occupa anche Paola Macchi, consigliera regionale uscente del M5S Lombardia: « Ci giunge notizia che da domani verrà chiuso uno dei due reparti di medicina dell’ospedale di Angera, poiché i medici del reparto dovranno prestare servizio anche al Pronto Soccorso. Vorremmo capire come sia possibile decimare i posti letti di medicina, tenendo conto del fatto che il coefficiente di copertura è del 99%, il che significa che erano tutti occupati da pazienti. Adesso ne rimarranno solo 22 e gli altri pazienti, probabilmente per la maggior parte anziani, saranno costretti a rivolgersi altrove, andando ad intasare altri ospedali». E Roberto Cenci consigliere regionale neoletto aggiunge: «come Movimento 5 Stelle abbiamo sempre seguito da vicino le vicende dell’ospedale, sostenendo i cittadini, il Comitato e l’amministrazione che giustamente difendono questo eccellente presidio sul territorio. Anche durante il mio mandato continuerò la nostra azione di sostegno e difesa dell’ospedale di Angera».
L’Ondoli è da tempo sotto i riflettori della popolazione che teme di perdere un presidio ospedaliero in un’ipotetica riorganizzazione del sistema sanitario avviato con la Riforma. Dalla battaglia sostenuta nel 2016 in difesa dei reparti di ostetricia e pediatria, la movimentazione popolare prosegue accendendo di volta in volta i riflettori su eventuali disservizi o impoverimento dell’offerta sanitaria. Il movimento popolare si attende una risposta chiara e netta sul futuro di questo presidio anche da parte della politica.
Ma, almeno per quanto riguarda la Medicina, la paventata chiusura non ci sarà
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