La promozione dell’ospedale dev’essere un obiettivo da perseguire
Intervento di Carlo Ballerio, già Direttore Amministrativo dell'Ospedale di Circolo e Fondazione Macchi di Varese
La promozione dell’Ospedale di Varese e del territorio nel mondo scientifico: un obiettivo da perseguire, non da disincentivare.
La ASST dei Sette Laghi e, in questa, l’Ospedale di Circolo e Fondazione Macchi di Varese e gli ospedali del territorio, già si trova “ai margini dell’impero”, se poi esce anche dal circuito scientifico, e dalla promozione che questo può procurare, non solo viene penalizzato il lavoro degli operatori, ma ci si condanna alla routine del provincialismo che non attrae più né i migliori professionisti, ospedalieri o universitari che siano, né i pazienti, che puntano altrove, ed è quello che sta accadendo nell’indifferenza generale. Di fatto oggi lo stesso Ospedale di Circolo e Fondazione Macchi, che pure vanta una presenza universitaria, a differenza del passato non può contare che su più di un paio di poli in grado di attrarre stabilmente pazienti da fuori regione, quelli che, oltretutto fanno tanto bene al bilancio aziendale, e questo non è un bel segnale.
Non si esce dal circuito scientifico se si pubblicano lavori originali e di qualità, e questo dipende dal valore dei singoli e delle equipe, ma, anche, se si è invitati ad interviene a convegni e congressi come relatori e se, in quelle occasioni, si presentano abstract significativi. E qui entra in gioco la politica aziendale, che non dovrebbe buttare via il bambino con l’acqua sporca, penalizzando i più volenterosi e capaci. Giusta la preoccupazione di vigilare su possibili rapporti collusivi e prevenirli, ma l’imporre che la partecipazione dei dipendenti ospedalieri, ma anche degli universitari con funzioni assistenziali e degli specializzandi, come relatori possa avvenire solo al di fuori dell’orario di servizio, e per di più a loro spese, non sono fattori propriamente incentivanti. Anche quando la partecipazione in qualità di relatore è remunerata infatti, e non accade spesso, poiché l’eventuale retribuzione è a carico degli sponsor della manifestazione, di solito aziende del settore, l’intero importo, senza poter detrarre le spese vive e documentate, deve essere versato all’ASST, che lo accantona nel “fondo di reparto”. E’ una misura preventiva anti-collusione che può ci può stare e che può essere accettata dagli stessi dipendenti, a condizione però che il “fondo di reparto” sia destinato al finanziamento di iniziative volte all’aggiornamento specialistico del personale secondo le linee dettate del Direttore del reparto stesso, com’era prevalentemente in origine, e non già, come accade oggi, al finanziamento o al cofinanziamento di apparecchiature e arredi che servono al reparto stesso e che dovrebbero essere forniti dell’ASST, utilizzo quest’ultimo che nessuno accetta.
Non è un caso se fra gli operatori, medici e non, stia prendendo sempre più piede il “chi me lo fa fare”. Ma le rinunce reiterate agli inviti portano a non essere più invitati. Il regolamento della ASST, che riguarda i dipendenti ospedalieri e le figure assimilate è sicuramente allineato alle norme vigenti o, meglio, a una lettura di queste nell’ottica parziale dell’ufficio che lo ha redatto, cioè la S.S. Anticorruzione Trasparenza e Audit, che, in maniera un po’ burocratica, ha considerato solo gli aspetti volti all’autotutela, senza valutare gli effetti complessivi di alcune scelte. Esistono , e sono praticate, soluzioni legittime che, almeno in per alcuni aspetti, regolano in maniera diversa e più articolata la materia di cui ci stimo occupando. Il problema è, come sempre, quello degli degli obbiettivi che si vogliono perseguire e fra questi, al momento, non sembra essere ricompresa la promozione dell’ASST dei Sette Laghi e dei suoi ospedali, Ospedale di Circolo e Fondazione Macchi di Varese in primis, che dovrebbe essere un obbiettivo almeno importante, se non prioritario. Quello che è certo è che l’opzione per l’oraziana “Aurea mediocritas” non premia nessuno e penalizza tutti.
Carlo Ballerio, già Direttore Amministrativo dell’Ospedale di Circolo e Fondazione Macchi di Varese
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