Sanità pubblica, comitati in piazza

Il "Comitato Day", una giornata di sensibilizzazione per i presidi ospedalieri passati alla lente degli utenti. I temi caldi da Varese ad Angera, da Gallarate a Luino

Avarie

Una giornata dedicata alla sanità pubblica vista dalla parte dei comitati, cioè da cittadini che si battono per il mantenimento delle strutture sul territorio, o del loro potenziamento.

Abbiamo raccolto alcune delle questioni calde per le quali nella giornata di oggi, sabato 26 maggio, sono state organizzate attività nei principali centri del Varesotto dove sono stati organizzati gazebo, presidi, volantinaggi e incontri di sensibilizzazione.

VARESE

In Piazza Carducci era presente il “Comitato per l’ospedale” e il suo portavoce, Giorgio Arca, che a Varesenews spiega le questioni principali che riguardano Circolo e Del Ponte.
«Ci battiamo contro lo smantellamento della “Chirurgia 1”, nella quale a nostro avviso sono state messe nella condizione di andarsene le tre figure apicali di riferimento al fine di favorire la chirurgia ospedaliera, a discapito di quella universitaria».
Polemiche anche per la gestione dell’ospedale del bambino, il Del Ponte. «Il ritornello è che mancano i soldi nella sanità – continua Arca – ma invece di spendere quel poco che c’è la dirigenza ha deciso di staccare il “day ospital oncoematologico pediatrico” dalla pediatria e farne una struttura dipartimentale ospedaliera: il problema è che non ci sono sufficienti pazienti per far stare in piedi un reparto del genere».

LUINO

Anche Sergio Moalli del Comitato ospedale di Luino era presente sabato pomeriggio nella piazza Libertà della città lacustre. «La nostra azione ha avuto risultati soddisfacenti: a luglio arriverà il primario di chirurgia e quello di medicina è qui da pochi mesi: la dirigenza ci ha ascoltati, ma occorrerebbe fare di più».
Che cosa? «Siamo in un territorio difficile e chi abita da Luino verso la frontiera è disagiato per i movimenti. Ora l’hub è Varese, ma per questioni di vita o di morte siamo troppo distanti. Chiediamo dunque di diventare anche noi, a Luino, un hub. E non un semplice ospedale di passaggio».
«Vorremmo un Ps reale che abbia un suo primariato e con medici ad hoc. Chiediamo capacità di intervento per la cardiologia come già avviene per chirurgia, traumatologia e medicina. Questo, tra l’altro, libererebbe Varese dallo stress che lamenta». Un ultimo appello: «Risparmiamo nella dirigenza, non nel personale medico: meno medici dirigenti. Le proposte: evitare di creare burocrazia asfissiante, i primariati vanno tolti ai dirigenti e dati nelle strutture come la nostra».

Avarie

ANGERA

Marco Brovelli, portavoce del Comitato e Vice sindaco della città che si affaccia su Verbano spiega che domani mattina sarà presente con un gazebo in piazza Garibaldi assieme agli altri attivisti. Angera, come si ricorderà, è l’ospedale delle mamme in marcia per salvare il punto nascite, una delle questioni rimaste in agenda. «C’è il rischio che ancora una volta vengano sacrificate punto nascite e pediatria – spiega Brovelli – riaperte come si ricorderà a furor di popolo: non si metta ora mano ad altre deroghe dei punti nascita. Aspettiamo poi le risorse promesse nel 2016, un milione di euro per il potenziamento. Manca personale. E in ultimo va sanata la questione “struttura-territorio”: con l’ospedale dipende dalla la Asst Valle Olona (ed è collegato quindi coi plessi di Busto Arsizio e Gallarate), mentre il resto del territorio è sotto la Asst Sette Laghi – Varese – : è un fatto che non sta in piedi e che “azzoppa” l’ospedale. Angera deve essere collegata col suo territorio, che da sempre è Varese».

GALLARATE

Cinzia Colombo, del Comitato per il diritto alla salute del Varesotto, era in piazza Libertà a Gallarate. Qui il tema caldo è quello dell’ospedale unico. «Ci siamo attivati contro l’ipotesi di ospedale unico che prevede la chiusura di Busto Arsizio e Gallarate per realizzarne uno nuovo a Beata Giuliana, quartiere di Busto. Chiediamo invece che i fondi a disposizione vengano usati per potenziare gli ospedali esistenti. Si parla di 500 milioni di euro. Oggi è andata bene perché c’è sempre grande attenzione su questa tematica ma abbiamo incontrato ancora tante persone che neppure sanno che c’è l’ipotesi di chiudere a Gallarate e di costruire a Busto. Ogni volta veniamo raggiunti da cittadini che ci raccontano di problematiche avute all’ospedale, specialmente in Pronto Soccorso e in merito ai lunghi tempi di attesa per fare le visite che quando va bene sono di 4 mesi. Tempi che consideriamo intollerabili».

Andrea Camurani
andrea.camurani@varesenews.it

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Pubblicato il 26 Maggio 2018
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