Si chiudono le Paralimpiadi. Bilancio positivo per l’Italia: “Duro lavoro, sacrifici e umiltà”
Il presidente del Comitato Paralimpico ha tracciato un resoconto al termine dell’evento di Tokyo: “Mi auguro che questo contagio positivo non si spenga con la fiaccola”

Si sono chiuse con la cerimonia di chiusura le Paralimpiadi di Tokyo 2020. Tante le emozioni che gli atleti azzurri hanno regalato grazie alle prestazioni, che hanno portato l’Italia a 69 medaglie totali: 14 ori, 29 argenti e 26 di bronzo. Una buona fetta di questi allori è stato conquistato dalla squadra di nuoto con i ragazzi della Polha che hanno dato un contributo significativo.
A tracciare il resoconto della manifestazione a “tre gocce” è stato il presidente del Comitato Italiano Paralimpico Luca Pancalli: «Il bilancio non può che essere più che positivo, Il numero di medaglie non può che inorgoglirci, ma più dei risultati tecnici, tutto questo è frutto di un lavoro molto duro, sacrifici e di tanta umiltà. Il nuoto azzurro è andato secondo aspettative, ma abbiamo conquistato medaglie in 11 discipline. Eravamo consapevoli di aver lavorato alla grande e ci aspettavamo questi risultati, anche consapevoli che qui a Tokyo si sta concludendo un ciclo iniziato 12 anni fa».
«Il podio tutto italiano nei 100 metri femminili – ha proseguito il numero uno dello sport paralimpico azzurro – è stata la più bella fotografia per concludere questa Paralimpiade. L’immagine di forza e resilienza di questi atleti è un bene per tutta Italia. Se oggi i giornali ci hanno seguito rispetto al passato non è per un caso ma forse è arrivato il momento che tutti si rendano conto di quanto possa essere entusiasmante lo sport paralimpico».
«Si riparte con umiltà – ha concluso Pancalli -, come abbiamo sempre fatto. La partita è ancora molto lunga e il risultato ancora deve arrivare ma da oggi partiamo da un passo avanti per questo percorso. Mi auguro che questo contagio positivo non si spenga con la fiaccola. Vogliamo un Paese più equo e giusto per le persone disabili, che in Italia sono quasi 3 milioni, di questi più di un milione dobbiamo cercare di avvicinarli allo sport. Ma devono avere il diritto di avere impianti e palestre accessibili per poter praticare e fare in modo che le delegazioni delle prossime Paralimpiadi saranno ancora più numerose».
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