“Gallaratesi, riappropriatevi del vostro ospedale”
Presentato il libro sulla storia del S.Antonio Abate. Appello del d.g. Rania e del presidente della commissione sanità Buscemi
Recuperare il cuore dei gallaratesi, rafforzare il legame con l’Università dell’Insubria. Due obiettivi semplici e impegnativi nello stesso tempo. Una strada tracciata dal direttore generale del S.Antonio Abate Giovanni Rania, in occasione della presentazione del libro sulla storia del nosocomio cittadino. Rania ha parlato chiaro: l’ospedale appartiene alla città, scriverne la storia é stato un omaggio al territorio, un tentativo di riannodare un filo che da secoli lega strettamente il popolo e la sua principale istituzione sanitaria. Massimo Buscemi, gallaratese, consigliere regionale e presidente della commissione sanità del Pirellone, si é spinto oltre. Ha invocato un ritorno dei suoi concittadini alla pratica delle donazioni, ha chiesto a chi é più abbiente di seguire le orme dei grandi gallaratesi del passato, i Ponti, i Maino. E ha anche denunciato l’esigenza di pubblicizzare maggiormente l’ospedale.
Così, le "Note storiche dalle antiche origini al 1980" del S.Antonio Abate, curate dal medico e ricercatore Paolo Zampetti, hanno rilanciato l’idea che la comunità sia di nuovo partecipe e in qualche modo azionista di quello che nel tredicesimo secolo venne definito un semplice ostello per pellegrini, e che ora é una moderna macchina al servizio dei malati, o almeno così vorrebbero tutti che fosse. Al direttore Rania é toccato il compito di ripercorrere tutte le tappe di questi secoli di storia. Un racconto breve e circostanziato. Che si é concluso con gli appelli di cui si é detto prima. E con la volontà di rendere più forte il legame con l’università. Mario Tavani, in rappresentanza dell’Insubria, ha ringraziato il direttore generale per aver scelto la giovane università varesina come partner. A cominciare dalla scuola infermieri, una delle più salde collaborazioni tra i due enti. E’ stato poi un Massimo Buscemi particolarmente ispirato a tessere le lodi del S.Antonio Abate e della sua città. Il presidente della commissione sanità ha parlato da appassionato di storia, citando la fondazione della città nel secondo secolo avanti Cristo, ricordando le qualità dei gallaratesi nei secoli, operosi, benefattori, mai sopra le righe. Ha speso anche parole di encomio, e di nostalgia, per le suore che hanno lavorato negli ospedali per anni e anni. Infine é giunto ai problemi attuali. Indicando il bene e il male. Ovvero. Un ospedale che si caratterizza per alcuni servizi di eccellenza. E qualche struttura invece obsoleta, come la radiologia. Su cui peraltro ha garantito un imminente finanziamento regionale per l’acquisto di apparecchiature. Concludendo con un espressione forte: "Dobbiamo essere fieri di questo ospedale, per noi gallaratesi é una certezza". E i gallaratesi hanno risposto. La presentazione del volume é stata accolta da un pubblico molto numeroso, ieri sera, nella sala consiliare di Largo Camussi. Il sindaco Angelo Greco si é mostrato particolarmente soddisfatto e ha enfaticamente definito il libro "degno di entrare nella biblioteca storica della città". |
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