L’emergenza lavoro vista da Casbeno
Gli allievi dell'Itis bombardati di richieste ancora prima di diplomarsi. Dopo tre mesi dalla maturità tutti lavorano
Superano l’esame di maturità e dopo tre mesi hanno già un lavoro in azienda. Magari "atipico", ma ce l’hanno. La cartina di tornasole dell’emergenza occupazione esplosa in tutto il Nord Italia è all’Itis di Varese. Vero o gonfiato che sia il caso della Franco Tosi di Legnano, resta il fatto che le imprese sono alla disperata ricerca di tecnici e operai specializzati da inserire nei loro cicli produttivi. Per gli alunni di via Zucchi il futuro non sembra essere un problema; e analoga alla loro è la situazione dei "cugini" nonchè dirimpettai dell’Ipsia: tempo di farsi un po’ di vacanza dopo l’esame di maturità e le opportunità d’impiego fioccano. <Ogni settimana – dice il vicepreside dell’Itis di Varese Giuseppe Sirna- riceviamo tre, quattro telefonate da parte di aziende che ci chiedono di inviare loro l’elenco dei nostri diplomandi. Lo stillicidio è tale che dobbiamo ormai far firmare alle famiglie una liberatoria ai sensi della legge sulla privacy, altrimenti quei dati non potremmo trattarli>. A interpellare la scuola varesina non sono solo aziende del territorio: ultimamente si sono fatte avanti anche la sede milanese della Deutsche Bank o la Bayer, entrambe alla ricerca di tecnici informatici. E’ lo specchio di una realtà che nel volgere di pochi anni si è radicalmente trasformata, investendo anche i settori più tradizionali dell’economia. Le pressioni sugli studenti di informatica sono infatti identiche a quelle che ricevono i loro coetanei dei corsi di meccanica e plastica. Tutto ciò accade senza che Itis e Ipsia possano essere considerate isole felici del panorama della pubblica istruzione italiana: docenti e studenti sono quotidianamente alle prese con i problemi che affliggevano l’insegnamento anche quando l’industria non ne voleva sapere di assumere personale. <Dobbiamo ricavare aule anche all’interno di laboratori – racconta ancora il vicepreside Sirna – poichè le domande di iscrizione sono in crescita. Per l’aggiornamento delle attrrezzature i fondi poi sono sempre scarsi. Ciò non ci ha impedito, ad esempio, di installare un tornio a controllo numerico che da solo vale 200 milioni>.
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