Ponte-dogana sul Tresa: si allarga il fronte dei no
Poco meno di due mesi per sapere un primo parere circa l’esito del ricorso contro l’abbattimento del ponte. Intanto anche un altro comune svizzero presenta istanza presso il Tribunale per la Pianificazione del Territorio
Continuano le adesioni al comitato spontaneo di cittadini di Lavena Ponte Tresa, composto da commercianti ma anche da privati cittadini, per opporsi all’abbattimento del viadotto-dogana e al relativo spostamento del traffico veicolare presso il Madonnone, una località sempre lungo il corso del fiume Tresa ma in territorio di Cadegliano Viconago.
Anche i negozianti del versante svizzero di Ponte Tresa hanno aderito alla protesta dei colleghi italiani; da segnalare in questi giorni anche alcune novità sul fronte istituzionale. "Anche il sindaco di Croglio, l’onorevole Bordonzotti – afferma il sindaco di Lavena Donata Mina Stocchi – ha aderito al fronte del "no" all’abbattimento del ponte presentando un ricorso presso l’Autorità Giurisdizionale svizzera. Mi fa piacere che l’opera di sensibilizzazione a questo problema dia i suoi frutti anche a livello istituzionale, così da rafforzare le ragioni dei cittadini e dei commercianti che verrebbero senza dubbio svantaggiati dallo spostamento del valico". I tempi per il ricorso, depositato dal comune di Lavena attorno alla metà del dicembre scorso, non dovrebbero essere lunghi; una volta inoltrato dal Tribunale per la Pianificazione del territorio di Lugano al Dipartimento del Territorio di Berna il ricorso – presentato il 15 gennaio scorso – verrà esaminato per un periodo non superiore a 60 giorni, trascorsi i quali il Dipartimento dovrà presentare le debite osservazioni. "Mi auguro che le autorità elvetiche valutino il da farsi tenuto conto anche delle esigenze di chi vive e lavora su entrambe le sponde del Tresa – conclude la prima cittadina di Lavena – considerando che i cittadini, dopo l’appoggio da parte svizzera, credono sempre di più in un esito favorevole del ricorso". |
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