Arrestati due rapinatori, il terzo in fuga
Sventata una rapina al Credito Italiano di via Alberto da Giussano. L’azione combinata di polizia e carabinieri ha permesso, questa mattina, la cattura di due rapinatori e il recupero della refurtiva – 140 milioni – sottratta alla banca
E’ stata una telefonata a far scattare l’allarme. Il telefono questa volta non solo allunga la vita, come pubblicità insegna, ma riesce anche a sventare una rapina. Alle 10.30 di questa mattina, al Credito Italiano, di via Alberto da Giussano, una funzionaria, al telefono con la propria mamma, ha il tempo di mormorare "una rapina…una rapina" prima di riappendere. Prontamente, dall’altra parte del filo, la donna avverte il 113. Scatta, nel frattempo, anche l’allarme della banca, mentre i due rapinatori, Marco Saccani, 27 anni, e Roberto Amante di 31 anni, puntando le armi contro due clienti della banca, fanno man bassa del denaro disponibile.
Tutte le volanti di polizia e carabinieri disponibili, in perfetta azione sincronizzata, arrivano in zona. Lo stile della regia è irreprensibile. Mentre i due rapinatori escono dalla banca con le sacche stracolme – 140 milioni in banconote di vario taglio – e le pistole in pugno partono i primi colpi intimidatori, in aria. Presi dal panico i due rapinatori abbandono il bottino e lasciano cadere le pistole cariche con i colpi in canna – una beretta automatica 7,65 risultato poi, rubata a Milano nel ’98 e una Smith&Wesson 38 special con il numero di serie cancellato – e cercano scampo nella fuga, mentre il complice che li attendeva in macchina, li abbandona, decidendo per una egoistica e solitaria ritirata. Stretti nella morsa attuata dalle forze dell’ordine, che chiudono ogni possibilità di uscita, i rapinatori imboccano via Cattaneo e si rifugiano in un palazzo. Nel frattempo sul posto intervengono anche il vice- questore Luigi Mauriello e il capitano dei carabinieri Pierpaolo Mason a coordinare, direttamente, l’operazione. Scatta l’azione setaccio, iniziando dai sotterranei, perquisendo ogni angolo dell’edificio, con decisione e fermezza, gli agenti riescono a catturare i due delinquenti barricati all’ultimo piano del palazzo, in un appartamento in ristrutturazione, insieme ai due muratori che lavoravano all’interno. "La tempestività dell’intervento, sia di polizia, sia di carabinieri – spiega con soddisfazione Luigi Mauriello, nel corso della conferenza-stampa indetta con rapidità – che sono presenti sul territorio ed inseriti in maniera capillare, nei limiti di possibilità che consentono gli organici, sono intervenuti in maniera efficace". "Il commissariato è stato svuotato in un attimo – aggiunge Pierpaolo Mason – tutti gli uomini presenti e disponibili si sono catapultati nella zona d’intervento permettendo, così, la piena riuscita del piano di cattura". Amante Roberto, nato a Rho il 1 settembre ’69, e Zaccagni Marco, nato a Milano il 1 luglio del ’73 entrambi residenti a Milano e già arrestati per reati contro la persona e il patrimonio, sono al moneto sotto interrogatorio mentre si cerca di rintracciare il terzo uomo. |
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