E’ ignorante chi giudica Varese città ignorante

Perentorio e controcorrente Zanzi difende la nostra comunità, spesso criticata in campo culturale

Lei conosce tutti e tutto di Varese: ci parli dei difetti, degli errori dell’attuale generazione e delle reali prospettive della città.

Credo che la carenza più grave della città oggi sia quella di una insufficiente socializzazione delle idee, di un’insufficiente capacità di mobilitazione alla collaborazione delle forze di grande valore che essa ha.

E come rimediare a questa situazione?

Cruciale è far rinascere, nel cuore pulsante    di Varese, due o tre centri di vita sociale e culturale: nel cosiddetto "piano Zanzi" ho precisato in dettaglio tale progetto, che sarebbe realizzabile in brevissimo tempo.

I partiti comandano, ma io le do la possibilità di essere sindaco o assessore della sua Giunta ideale: può comporla per noi,  cioè  con tanto di nomi e incarichi?

Non serve a nulla bearsi con Giunte ideali: tuttavia, tanto per evitare un silenzio diplomatico, direi che uomini che, tralasciando il ruolo di sindaco non figurante in ipotesi, hanno ben lavorato per la città in passato, come Riccardo Broggini al bilancio, Ettore. Mocchetti all’arredo urbano, Gottardo Ortelli alla cultura, Mirella Baratelli all’istruzione e, tanto per non peccare di finta modestia, io stesso alla programmazione, dovrebbero essere recuperati al lavoro da una Giunta che non rispondesse soltanto a  equilibri di partito.

C’è un problema primario che comunque rimane da risolvere: occorre un uomo capace di progettare la ristrutturazione del traffico di Varese in maniera funzionale e  in tempi rapidi.

C’è stata rottura tra Palazzo Estense e lei? Sarà definitiva?

Ciò che è in gioco imminente oggi è un ricambio elettorale; non credo che qualcuno stia pensando a tentativi di ricucitura.

Nella primavera del 2001 meglio un sindaco Lega-Polo o una Giunta Fassa-centro sinistra?

Ritengo del tutto fittizio, sia a livello nazionale, sia a livello locale, il contrapporsi dei due poli che, in maniera grottesca, sotto gli occhi di tutti, si combattono dichiarando che ciascuno ha "rubato" all’altro il programma, mostrando che, nella sostanza, non sono capaci, né l’uno né l’altro, né di governo, né di opposizione.

Credo, dunque, che la soluzione, almeno per la città stia in una lista civica di uomini che abbiano il coraggio di presentarsi con un programma concreto di opere di cui la città ha bisogno per evitare di morire, come sta morendo.

Come sono i suoi rapporti con i mezzi di comunicazione? Potrebbero dare di più alla città i nostri giornalisti?

La città, per colpa dell’abdicazione di alcune sue famiglie, ha perso il controllo dell’"istituzione",  di quello che fu il suo giornale quotidiano in passato. Occorrerebbe rinnovare in termini nuovi la collaborazione tra il giornale e la città. Giornalisti giovani ci sono: vanno lasciati liberi di agire con fantasia.

E i nostri editori ?

Le case editrici locali sono in intensa fioritura di iniziative, tuttavia credo che sarebbe opportuno che esse programmino con una visione più globale e più sistematica la propria attività, sopratutto con riguardo all’incidenza sulla vita cittadina.

A un uomo di cultura non abbiamo ancora fatto una domanda su un tema da anni dibattuto molto: siamo o no una città di cucù?

Non è soddisfatto delle attività delle istituzioni in questo settore?

Varese è una città ricchissima di risorse culturali individuali: sono ignoranti coloro che ritengono Varese una città ignorante.

Piuttosto  Varese non offre luoghi di socializzazione e di circolazione della cultura: la città "politica" non si avvale della città  culturale .

Il rimedio strutturale a questo difetto si avrà soltanto con la creazione di centri tecnicamente adeguati a tale scopo.

Gli universitari disertano grandi incontri organizzati dal nostro stesso ateneo e magari nell’occasione pure molti docenti

vanno in fuga: è un’epidemia che va combattuta, con quali rimedi? E l’Università dell’Insubria è tale o è un liceo?

L’Università dell’Insubria può avere un grande avvenire proprio se saprà articolarsi come Università "policentrica" imperniata sempre più su collegi residenziali ed alte scuole di specializzazione a livello internazionale.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 02 Febbraio 2001
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