Primi si al progetto della Montalcini. Enti e associazioni con il Premio Nobel

Entusiasmo a Villa Ponti per l’intervento della ricercatrice

Standing ovation per Rita levi Montalcini: gliela tributa la sala di Villa Ponti, gremitissima; e quell’applauso è l’ideale sì al progetto che il premio Nobel intende avviare a Varese grazie alla collaborazione del manager Alfredo Ambrosetti. L’incontro serviva proprio a illustrare l’idea (la nascita di un centro di ricerca d’eccellenza sul cervello) e a chiedere le prime adesioni. Ambrosetti, dal canto suo, ha illustrato un incalzante piano operativo che prevede una prima tappa già il 15 novembre prossimo: entro quella data chi è disposto a sostenere il centro di ricerca (denominato Ebri) dovrà mettere nero su bianco la sua volontà. Ma senza bisogno di attendere un mese e più, dal palco di Villa Ponti sono già arrivate le prime adesioni: il Comune e la Provincia di Varese. Camera di Comercio Unione Industriali e Artigiani, le università dell’Insubria e di Castellanza e anche il Comune di Como.
«Gli studi sul cervello – ha detto Rita Levi Montalcini – sono la nuova frontiera della medicina ma al mondo oggi non esiste un centro che riunisca tutte le conoscenze, tutte le attività di studio su questo tema. Solo conoscendo a fondo la mente potremo fare fronte a molti momenti critici: pensate ad esempio all’aumento delle malattie degenerative della mente, conseguenza dell’allungamento medio della vita. Una ricerca di base in questo campo troverebbe una applicazione quasi immediata. L’Italia dispone di eccellenti ricercatori in questo campo ma lavorano tutti all’estero, la nascita del centro li riporterebbe tra noi. Varese mi sembra la casa ideale per questo progetto: è direttamente in comunicazione con tutta l’Europa e ha luoghi di grande bellezza». Dal teorico al pratico, il passo è stato compiuto grazie all’intervento di Ambrosetti. «Siamo in competizione – ha detto – e occorre far presto. Per Varese si tratta non di una opportunità ma di una necessità: senza un progetto brillante una città o una regione cadono nel tran – tran che è una palla al piede dello sviluppo. Ora occorre che il nostro lavoro abbia una leadership forte, che nasca un gioco di squadra. Servono disponibilità finanziaria, logistiche, professionali: ognuno le dovrà mettere per iscritto. Se queste forze verranno reperite nascerà un comitato guida, un organismo che si occuperà di far camminare il progetto». Come detto, Varese ha dimostrato di voler aderire con entusiasmo all’idea. L’unica nota stonata è arrivata dall’intervento di Umberto Bossi: giunto a Villa Ponti quando l’incontro era già cominciato da un’ora il ministro ha preso la parola dicendo che lui di questo progetto non sapeva un bel niente, gelando l’intero uditorio.

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Pubblicato il 06 Ottobre 2001
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