Stessi contenuti ma l’unità è ben lontana

La Cgil invita le associazioni ad aderire alla manifestazione del 23 e allo sciopero generale. La Cisl Ticino avvia una petizione contro la modifica dell'articolo 18 e per un nuovo statuto dei lavoratori

I sindacati affilano le armi. E si preparano ad affrontare i prossimi giorni che si riveleranno decisivi nel braccio di ferro che il governo ha imposto al mondo del lavoro. Una sfida dura per tutti, per quelli che sono rimasti sul tavolo delle trattative e per la Cgil, che invece ha deciso di scendere in piazza e proclamare lo sciopero generale del 5 aprile. In vista dei futuri impegni la Cisl Ticino Olona da una parte e la Cgil dall’altra si sono date appuntamento questa mattina. La Cisl ha incontrato al Teatro Sociale di piazza Plebiscito i suoi iscritti e i suoi delegati, la Cgil alla Camera del Lavoro di via Caprera ha incontrato le associazioni. Da una parte la decisione ferma di restare finché possibile a trattare con il governo dall’altra la strada dello sciopero generale, che la Cgil vuole spiegare alla società civile, a partire dalle associazioni per arrivare agli studenti. 

E con l’iniziativa di questa mattina condotta dal segretario Umberto Colombo e dalla segretaria generale Ivana Brunato, la Cgil ha raccolto l’invito della segreteria regionale che ha lanciato un appello a tutti coloro che vogliono condividere il persorso che porterà prima alla manifestazione nazionale del 23 marzo e poi allo sciopero generale. «Riconfermiamo la nostra posizione e le nostre richieste che da mesi sono rimaste inalterate anche per coerenza nei confronti dei nostri iscritti» ha ribadito ancora oggi Umberto Colombo di fronte alle associazioni bustesi intervenute. Per la Cgil nulla è cambiato: il governo ha offerto un tavolo a chi ci sta, le leggi delega non sono state ritirate e quindi sciopero generale.  Così è stato ribadito ancora una volta il no alle leggi delega su lavoro, fisco, previdenza e scuola. «Questo metodo nuovo utilizzato dal governo elude il confronto con il sindacato e affida scelte importanti direttamente al voto del parlamento» ha aggiunto Colombo. 

Stessi contenuti in piazza Plebiscito, ma si rimane comunque lontani dall’unità sindacale. Al Teatro Sociale dove sono riuniti attivisti e delegati della Cisl, il clima degli interventi degli iscritti a parlare non è certo conciliante.  Non lo è neppure quello del segretario regionale Franco Giorgi. «Ad ognuno la sua parte, alla Cisl tocca fare la parte dei lavoratori per tutelare diritti fondamentali e per conquistare quelli che ancora non ci sono, per fare questo la Cisl sa che deve trattare, che non significa  non lottare, le ragioni del lavoro hanno una via privilegiata per manifestarsi attraverso il confronto con chiunque sia al governo». Anche il segretario della Cisl Luigi Maffezzoli ribadisce il concetto. «Non c’è nessuna differenza di sostanza quanto sulla modalità di proseguire il confronto, fermo restando che l’articolo 18 non si modifica, il sindacato deve negoziare però sulle tutele dei nuovi lavoratori, sugli ammortizzatori sociali – ha spiegato il segretario – la decisione dello sciopero è stata presa in maniera unilaterale e questo avrà degli effetti, poiché sarà la divisione ad essere rimarcata».  E sempre oggi a sostegno delle posizioni sindacali nella trattativa la Cisl Ticino Olona ha avviato una raccolta di firme per una petizione contro la modifica dell’articolo 18 e per un nuovo statuto dei lavoratori. 

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Pubblicato il 09 Marzo 2002
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