Una speranza per Safiya
Si apre il processo d'appello per la donna nigeriana che rischia la condanna a morte per lapidazione. Trovato l'escamotage per ribaltare il verdetto di primo grado
Si riapre oggi il caso Safiya. La donna nigeriana di 30 anni non rischia più la lapidazione per essere stata stuprata e aver concepito una bambina fuori dal matrimonio. Dopo le pressioni a livello internazionale è stato trovato un escamotage: l’imputata dirà che, al momento della violenza sessuale, attendava già un figlio dal suo ex marito. In questo modo, negando la verità, alla donna sarà risparmiata la condanna a morte. Per la legge islamica questa versione dei fatti è sufficiente a legittimare la situazione: l’unica condizione è che il bambino sia nato entro sette anni dalla fine del matrimonio.
L’assoluzione di Safiya sembra un fatto compiuto: ma il popolo dei sostenitori rimane in allerta. Se la vicenda giudiziaria si complicasse, riprenderà la mobilitazione.
Il governatore dello Stato nigeriano di Zamfara, Alhaji Ahmad Sani ha scritto al presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni, dicendo testualmente che «Il caso è chiuso». Resta, ovviamente, da chiarire che cosa s’intenda con questa affermazione ma tutto fa supporre che sia una conclusione positiva.
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