«Volevo fare l’attore» e ci è riuscito
Cinema – Intervista al varesino Michele Bottini protagonista del film “Casomai” insieme a Fabio Volo e Stefania Rocca
Si aspettava un successo di tale portata per “Casomai”?
«È un bel film che rispecchia il modo di lavorare di Alessandro D’Alatri che è un regista libero, che fa un film solo quando ha una bella storia e qualcosa da raccontare e che non si fa imporre niente. D’Alatri è un grande affabulatore, sa raccontare e soprattutto è una persona squisita, con lui lavori affidandoti totalmente e per un attore non è poco». Come è stata l’esperienza con Fabio Volo attore, lui non è un professionista?
La storia raccontata da D’Alatri rispecchia molto la realtà delle giovani coppie e di un sistema che rema contro l’amore . «Sì. Tu parli di poesia e invece ti scontri con la prosa di ciò che ti circonda. Il film rappresenta bene i tempi che si vivono dove c’è un mondo esterno che circonda negativamente la coppia. Per fortuna io vivo una storia d’amore da 11 anni e sono sposato felicemente da quattro»
Il cinema è solo una parentesi nella sua carriera di attore o la sta invadendo completamente?
È una storia generazionale?
«È una storia ambientata nel 1978, l’anno dei tre papi e di Pertini presidente, del primo scandalo del calcio scommesse che non portò a nessuna condanna ma che anticipò la clamorosa retrocessione d’ufficio di Lazio e Milan due anni più tardi. I protagonisti del mio film sono una coppia di immigrati che da Bari salgono a Torino, Aldo, interpretato da Fabio De Luigi e Marisa, interpretata da Silvana Fallisi. Lui ragioniere lei poliziotta. Aldo in seguito ad un incidente conoscerà l’ex comunista Biagio (Michele Bottini ndr) e il suo amico Caimano, Giuseppe Battiston, con i quali s’invischierà nel mondo delle scommesse». Una storia di amore e di amicizia?
«Più di amicizia che di amore». È tempo di mondiali di calcio. In “Italia Germania 4 a 3” l’avevamo lasciata che correva dietro un tram. Oggi da dove segue l’Italia del Trap?
«Questi mondiali sono una manna, perché coincidono con una pausa di lavoro, quindi li seguo dalla mattina presto fino a sera. Io sono uno juventino sfegatato e per me vedere il Trap in panchina è il vero show, il vero spettacolo per i tifosi italiani. Nella partita d’esordio con l’Ecuador faceva tutto: arbitrava, dirigeva, si sentiva solo lui. E poi sapete perché si è portato Di Livio? Perché fischia forte quanto lui». |
|
|
La community di VareseNews
Loro ne fanno già parte
Ultimi commenti
Felice su Il pericoloso gioco alla stazione Ferno-Lonate: ragazzini attraversano i binari nel tunnel
lenny54 su È arrivato il gran giorno a Monteviasco: dopo sette anni di stop riparte la funivia
Adriana Andriani su Bogno, la Fondazione Sacro Cuore in liquidazione. Bini: "Non c'erano le condizioni economiche per proseguire"
Bruno Paolillo su Ottant’anni fa Hiroshima: la memoria della bomba che cambiò il mondo
PaoloFilterfree su Vigili del fuoco, organico solo sulla carta: Candiani denuncia l’abuso delle leggi speciali. "Vuote anche le case Aler in convenzione"
Alessandro Zanzi su Crescono le diagnosi di disabilità tra i minori di Varese: +500% in 10 anni
Accedi o registrati per commentare questo articolo.
L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di VareseNews.it, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.