Graffitari in commissariato, il capolavoro è servito
Presentato il murales sulla Polizia realizzato dagli alunni del liceo artistico
Un corteo di manifestanti preceduti dallo striscione “Peace” e il cordone della polizia che precede la manifestazione. Un po’ di attualità, ma anche il senso di un’operazione che ha avvicinato due mondi un po’ distanti. Forse prima studenti e poliziotti si erano incontrati solo in queste circostanze. Dopo quindici giorni di lavoro in commissariato gli alunni del liceo artistico, graffitari in regola, hanno terminato il murales con il quale hanno decorato una parete del posto di polizia di via Candiani. E sulla parte hanno riportato il vissuto degli agenti, ma anche il loro.
Questa mattina, i ragazzi della terza sf del liceo artistico cittadino hanno presentato il lavoro alla stampa insieme al vicequestore Luigi Mauriello, al preside della scuola Andrea Monteduro e ad alcuni insegnanti. Una parete di tre metri per sei, i colori quelli della polizia e i soggetti rappresentati sono gli agenti impegnati nelle varie attività.
Una cosa è certa: le due ultime settimane sono state diverse per studenti e poliziotti. L’ambiente con l’allegria dei ragazzi al lavoro si è riscaldato e i ragazzi hanno conosciuto una realtà nuova. Non che le istituzioni siano cosa ignota ai più giovani, ma un commissariato era visto come un luogo estraneo. L’esperienza alla fine sembra proprio essere piaciuta a tutti e il risultato delle decorazioni, in colori acrilici, hanno riscosso molto successo.
Non è la prima esperienza per il liceo di via Manara e neppure l’ultima. Alcune classi dell’orientamento figurativo avevano affrescato l’anno scorso la pediatria dell’ospedale cittadino e in programma ora c’è la caserma dei carabinieri di piazza XXV Aprile. Una scuola-azienda? «Se questo è da interpretare come una scuola legata alla realtà, allora siamo una scuola azienda, da tre anni ci siamo dati l’obiettivo di interagire con il territorio, di fare cultura».
È soddisfatto anche il committente dell’opera, il vicequestore Luigi Mauriello, che ha avuto l’idea di far svolgere ai ragazzi del liceo il murales. Lo ha voluto solo per abbellire una parte? «Ma neanche per sogno, con questa esperienza ho voluto avvicinare due mondi diversi, e far conoscere ai ragazzi una realtà che spesso è vista con diffidenza, e devo dire che l’esperimento è riuscito».
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