Giuseppe Lazzati, il carisma della fede
Varese – Il bilancio di dieci anni di attività dell'Associazione Lazzati nella città
«Diffondere la cultura sul territorio, in modo non elitario. Cercando non solo di rispondere alle domande, ma di porne delle nuove». Per Giuseppe Volta, presidente centrale dell’associazione culturale G. Lazzati, questo è in sintesi insieme il compito statutario delle associazioni nate in ricordo di Giuseppe Lazzati. Il bilancio dei primi dieci anni di attività della sezione varesina dell’associazione rispecchia perfettamente questo comandamento.
Se ne è discusso venerdì sera presso l’Istituto Salesiano: l’occasione, la presentazione di un volume che ripercorre anno per l’anno l’attività sul territorio svolta dall’associazione, qui a Varese sorta ufficialmente nel 1991, in aggiunta a quelle già attive di Milano, San Donato, Bollate, Rho, Desio e Milano – Zara.
E’ nelle parole di Giovanni Giudici, Vicario Generale della diocesi di Milano – e secondo le indiscrezioni della serata prossimo Vescovo di Verona – che viene riassunta la figura di Lazzati: «Fu portatore di un’idea di cultura intesa come giudizio, come capacità critica». Attuatore in pectore del programma culturale per i cattolici che sarebbe stato poi istituito dal Concilio Vaticano II, Lazzati ha personificato la centralità del problema dello stile e della forma del cristiano nel mondo. «Esiste un problema oggi – ha approfondito Monsignor Giudici – ed è quello della sconnessione tra il nostro linguaggio e il nostro agire pieno di immagini e di convenzioni cristiane, e la perdita delle loro ragioni autentiche. Contro la globalizzazione, la comunità cristiana deve essere sempre più un presidio etico. L’attività di Lazzati, dialogica e di confronto, sempre all’erta nel suo presente, ha incarnato il concetto di Parola di Dio: che è sempre giudizio sulla storia».
Ruolo, questo, rimarcato da Cesare Chiericati, direttore del «Giornale del Popolo»: «Lazzati aveva il carisma innato della cultura e della fede. Con la sua esperienza di padre costituente, il suo contributo sarebbe stata fondamentale anche oggi, sopratutto sul tema dell’interreligiosità nella nuova Europa che si sta costruendo».
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