Era di Cassano Magnago il pilota caduto con l’aerotaxi

Si chiamava Antonio Cavalleri, era pilota espertissimo e istruttore nella compagnia Eurojet, dove lavorava

Abitava a Cassano Magnago dal 1999 uno dei due piloti caduti ieri pomeriggio con il Lear-jet 45 (foto), l’aerotaxi a reazione, domenica pomeriggio in un capannone industriale di Peschiera Borromeo, subito dopo il decollo da Linate: il suo nome è  Antonio Cavalleri. 
38 anni, sposato, con una una figlia adottiva di soli due anni.

Il comandante Cavalleri aveva circa 7.000 ore di volo alle spalle ed era istruttore di linea nella Eurojet, la società privata proprietaria dell’aviomobile presso cui era in servizio al momento dell’incidente, dopo aver fatto esperienza anche con aerei di linea Boeing 767 come copilota nella compagnia Air Europe.

Per i vicini di casa che hanno capito subito dalla Tivù che il pilota caduto a Linate doveva essere lui, è stato un vero choc. Cavalleri era persona squisita e socievole, di cui tutti hanno un ottimo ricordo. Nell’elegante zona residenziale in cui sorgeva la sua casa (abitava in via del Lavoro 46)  tutti lo conoscevano e lo stimavano come uomo. 
«Un buon pilota, umanamente di alto profilo – hanno spiegato anche  dalla Air Europe – è stato con noi circa quattro anni come primo ufficiale prima di fare, due anni fa, altre scelte» 
Il sindaco di Cassano Magnago, Aldo Morniroli, ha invece commentato sull’accaduto: «Cassano Magnago paga un altro tributo di vite umane a Linate, dopo le vittime dell’incidente aereo dell’ottobre 2001» 

Secondo l’Agenzia Nazionale per la Sicurezza del Volo, che da ieri pomeriggio ha aperto l’inchiesta tecnica che sta valutando le dinamiche dell’incidente, l’impatto con alcuni volatili (il cosiddetto "bird strike") è ormai certamente alla base dell’incidente: su quanto però questo evento abbia inciso a rendere drammatica la situazione non ci sono ancora certezze.  Perché questo tipo di emergenza diventi un vero dramma, infatti, devono essere stati colpiti entrambi i motori del  velivolo: fino ad ora invece, ne è stato recuperato solo uno, chiaramente danneggiato. Sarà con il ritrovamento del secondo che sarà possibile capire se è stato proprio questa dell’incidente e dell’impatto, avvenuto nell’arco di soli tre minuti dal decollo.

«Stando alle informazioni raccolte il "bird strike" è avvenuto subito dopo il decollo: il comandante Cavalleri ha avvertito dell’impatto con i volatili e ha chiesto di rientrare in emergenza. Per far questo si è portato sottovento con una rotta fatta per formare una specie di anello che l’avrebbe riportato in linea con l’aeroporto – spiega il portavoce della Agenzia nazionale della sicurezza del volo, comandante Pellegrino – E’ stato nel corso di questa procedura, che il pilota ha eseguito correttamente e  in maniera professionalmente ineccepibile, che l’aereo è precipitato. Ora  quello che bisogna capire è: cos’è successo in quel periodo».

L’impatto con i volatili è un problema soprattutto per i motori a reazione, che in qualche modo "risucchiano" gli animali arrivando fino a danneggiare il motore,  provocandone danni strutturali all’interno. Un problema serio, che mette a terra centinaia di aeroplani in tutto il mondo ogni anno, ma che di solito non ha conseguenze tragiche proprio per l’esistenza di due motori distinti. Per il rischio di bird strike l’aeroporto di Linate è rimasto chiuso anche stamattina, 2 giugno, per un ora.  

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 02 Giugno 2003
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