Cinema Manzoni, ora lo gestiscono sessanta volontari

Dopo che la Arco Program ha abbandonato, una squadra di volontari, a turno, si occuperà della gestione dei film in prima visione

C’è chi stacca i biglietti, chi fa la maschera, chi ha imparato a fare il proiezionista. Insomma il cinema teatro Manzoni di Busto Arsizio da qualche settimana fa da sé e per farlo può contare su una squadra di sessanta volontari, che si occupano della prima visione, dopo che il gestore della sala di via Calatafimi, forse scoraggiato dalla prospettiva di un altro cinema multisala, ha detto «basta, così non riesco ad andare avanti e le spese sono troppe alte».
È andata così. Nei mesi scorsi la Arco Program, alla quale era affidata la prima gestione dei film ha dato forfait e la parrocchia di san Michele, proprietaria del cinema, si è trovata a scegliere fra la gestione diretta o cercare un nuovo gestore.
«A dire la verità non abbiamo avuto il tempo di pensarci, quando quest’estate il gestore ci ha comunicato che non avrebbe proseguito,  non c’era molto tempo per organizzare la stagione e trovare altri gestori» spiega don Giancarlo  Moscatelli, che nei mesi scorsi si è trovato a coordinare un lavoro che alla fine ha portato alla costruzione di questa squadra di giovani, adulti, qualche pensionato e molti appassionati. 
In totale sessanta persone reclutate nell’ambiente della parrocchia e dell’oratorio, ma non solo. «Quando abbiamo scelto di intraprendere questa strada – racconta ancora don Giancarlo – abbiamo fatto girare la voce e nel giro di poco tempo sono arrivate tantissime adesioni e molta disponibilità». 
Fra i parrocchiani e non solo come si diceva. Don Giancarlo ha cercato anche fra chi sapeva avere interessi per il cinema, «come una coppia che ho sposato poco tempo fa e che non sono frequentatori della parrocchia o della chiesa».
Insomma l’obiettivo dell’operazione non è il proselitismo in senso stretto, come ci spiega don Giancarlo, ma un modo diverso di fare rete e comunità. 
Dall’estete scorsa ad oggi, è stato un bell’impegno organizzare una squadra di sessanta persone. Ci sono state molte riunioni e sono stati stabiliti i turni a rotazione. Ognuno ha le sue mansioni che partono dalla cassa alla maschera, fino ad arrivare all’operatore delle macchine da proiezione. Per il momento il proiezionista è un giovane che ha imparato il mestiere dal suo predecessore. Con molta passione ha infatti frequentato la sala di proiezione in questi anni e oggi è in possesso del patentino necessario per svolgere questa attività. Ma in fila ci sono già altri operatori che a dicembre sosterranno l’esame per diventare anch’essi operatori. 
Una scommessa, quella del Manzoni, che non si è ancora imposta mete particolari. «Per adesso abbiamo iniziato e stiamo a veder anche come va, un impegno che abbiamo voluto assumerci anche per mantenere il nome e il prestigio che da sempre sono legate al cinema teatro Manzoni» conclude don Giancarlo. Un prestigio che non poteva dire addio ai film di prima visione. 

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Pubblicato il 16 Ottobre 2003
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