Busto Arsizio arriva in Giappone con tre studentesse dell’Itc Tosi
Hanno rappresentato l'Italia nel World School 2003, il forum internazionale aperto a studenti di tutto il mondo che quest'anno si è occupato di cittadinanza
Hanno passato quattordici giorni in Giappone dove hanno partecipato al World School 2003, un forum scolastico internazionale che mette a confronto giovani studenti provenienti da tutto il mondo. Martina Buzzi, Maddalena Lualdi e Giorgia Corsetti, alunne del quinto anno dell’Itc Tosi di Busto Arsizio, unica scuola italiana fra i presenti, in Giappone hanno rappresentato il loro istituto. Si tratta di una esperienza unica per i molti studenti che vi prendono parte e che si ripete ormai da sei anni. In questa edizione si è parlato di cittadinanza, un tema ancora troppo trascurato nei programmi scolastici. Nata come iniziativa di una scuola giapponese, il World school conta una tappa anche negli Stati Uniti e non è escluso che in futuro l’istituto di viale Stelvio lo organizzi proprio a Busto Arsizio, dove gli scambi con l’estero, i viaggio interculturali sono diventati un patrimonio consolidato dei programmi formativi.
Quattro anni fa, quando iniziarono questa scuola, non si sarebbero mai immaginate che il loro percorso formativo le avrebbe portate fino in Giappone. Eppure è successo. Un’opportunità che le tre studentesse hanno sfruttato al meglio con l’obiettivo di dividerla con i compagni di scuola.
Giorgia, Maddalena e Martina sono ritornate domenica scorsa. L’esperienza, vissuta insieme ad un centinaio di giovani, provenienti da diciotto paesi del mondo è stata coinvolgente, emozionante e a distanze di qualche giorno è ancora molto forte la tensione positiva che vibra nelle parole delle tre studentesse che ci hanno raccontato le loro impressioni e come si è svolto il forum.
«Nei primi tre giorni ci sono state le iniziative di presentazione dei gruppi e l’accoglienza degli studenti, poi c’è stata la divisione nei gruppi. Il primo compito è consistito nella creazione di una nazione che avesse un nome, una sua lingua e una gestualità universale per comunicare» spiega Maddalena. Un passaggio che si è rivelato subito importante. «Abbiamo capito che per comunicare e trovare dunque un linguaggio comune, occorre conoscere e capire un po’ dell’atro e delle culture altrui» aggiunge infatti Giorgia.
Il forum, che si è svolto principalmente a Katsuura, ha avuto una tappa anche a Tokyo, dove i partecipanti sono stati ospitati dalle famiglie di studenti giapponesi.
Fra le attività che hanno visto le studentesse dell’itc rappresentare l’Italia c’è stata una giornata dell’orientamento per giovani studenti, una performances che le ha viste impegnate in una tarantella e infine la partecipazione ad una giornata sportiva alquanto bizzarra.
Quanto ai contenuti e alle modalità con cui si sono svolti i lavori, tutti inerenti alla cittadinanza, sono stati scelti direttamente dagli studenti che hanno avuto così l’opportunità di far capire agli insegnanti cosa si aspettano dalle lezioni in classe.
I diritti umani, con particolare attenzione ai bambini e agli anziani, i diritti e la comunicazione e l’informazione rivolta i cittadini e infine il passaggio che porta ad essere cittadini sono stati vari aspetti trattati all’interno del tema conduttore. È stata l’occasione di confrontarsi con studenti provenienti dall’Europa e dagli Usa, ma soprattutto con i pochi giunti da aree del mondo meno fortunate. «Nel mio gruppo c’era un ragazzo del Camerum, lui aveva avuto la possibilità di esserci solo perché iscritto ad una scuola privata, una fortuna che non molti hanno nel suo paese» racconta Maddalena. Così come sono ancora impresse bene nella loro testa, le parole conclusive affidate ad uno studente di colore del Sudafrica. «Con lui si parlato tanto di razzismo e abbiamo conosciuto da testimonianze dirette, quali forme può assumere, il suo discorso finale è stata infine molto commovente» ha concluso Giorgia.
Ad accompagnare le ragazze c’era la loro insegnante di conversazione tedesca Cornelia Winzenburg. I professori, al pari degli studenti, hanno partecipato alle sezioni del forum. «Una delle conclusioni alle quali sono arrivate gli studenti è che la tematica della cittadinanza è troppo assente nei programmi» ha aggiunto l’insegnate. Quanto a Martina, Maddalena e Giorgia la Winzenburg non ha dubbi. «Loro sono state molto brave perché nei gruppi hanno sempre cercato di fare da mediatrici fra i gruppi di madrelingua anglosassone e gli asiatici che comprendevano meno la lingua».
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