Dalla Somalia a Busto per capire come mai Mohammed non cammini

Un viaggio della speranza per un bambino di cinque anni, "adottato" dall'associazione A.C.I.S.S., attiva a Mogadiscio

Un bimbo di cinque anni che non cammina. Si muoveva senza problemi fino a due anni fa. Poi è successo qualcosa e oggi non si regge più sulle gambe. Cosa è successo? Nessuno sa dirlo. Ci proverà l’equipe pediatrica del dottor Giorgetti, che dirige il reparto all’ospedale di Busto Arsizio. Qui, il 27 novembre arriverà il piccolo Mohammed, proveniente dalla Somalia, per iniziativa dell’A.C.I.S.S., Associazione per la Cooperazione Internazionale Socio- Sanitaria. Artefice del viaggio della speranza è un medico di base di Gallarate, Luigi Parassoni, che nel 2001, dopo una visita del ministro della sanità somalo, sposò la causa di questo popolo ormai stremato dalle guerre intestine: «È una realtà drammatica – spiega Parassoni – il paese è retto da un governo di transizione. A Mogadiscio bisogna stare molto attenti: nella capitale somala io mi muovo con la scorta e conosco esattamente dove posso andare. La nostra associazione ha ottenuto la protezione del governo e questo ci rende sicuri. Ho deciso di dedicare le mie forze ed energie alla gente di Mogadiscio perchè ritengo abbiano un futuro. Non devono essere abbandonati».

Parassoni a Mogadiscio si appoggia all’associazione "Un Birdie per la vita" sorta per volontà dell’ex campione di golf Costantino Rocca che in Somalia ha avviato la "cittadella della vita" con un ambulatorio, che visita giornalmente 40 persone, a cui presto si aggiungeranno un orfanotrofio, per dare un tetto ad almeno 30 bambini, un centro culturale e un polo produttivo.
«Mohammed è per noi la prima di una lunga serie di operazioni benefiche – si augura il medico gallaratese – abbiamo dovuto superare moltissime difficoltà burocratiche dovute proprio alla particolare situazione somala».
Il piccolo Mohammed, infatti, per arrivare sino a Busto ha dovuto far fronte a non poche difficoltà: prima fra tutte arrivare clandestinamente a Nairobi, dove ha sede l’ambasciata italiana e farsi vedere da un medico per l’autorizzazione al viaggio. Ora dovrà ripercorrere lo stesso tragitto per poter arrivare nella capitale keniana ed imbarcarsi su un volo dell’East African Safari Air che gli ha regalato il viaggio. Accanto a lui sarà il padre che, nei giorni di degenza, rimarrà vicino al suo piccolo grazie all’ospitalità della casa gestita dalla parrocchia di San Giuseppe destinata proprio ad accogliere i parenti dei ricoverati.

I medici visiteranno Mohammed fino al prossimo 7 dicembre, la situazione è, infatti, totalmente ingarbugliata : secondo il padre il piccolo è rimasto paralizzato dopo una caduta dalle braccia della madre, secondo il medico che lo ha in cura, invece, la paralisi è una conseguenza dell’epilessia manifestatasi dopo una febbre altissima. I farmaci somministrati fino ad oggi, però, non sono serviti a nulla e la mancanza assoluta di apparecchiature diagnostiche hanno impedito ogni intervento su questo piccino.
L’incontro con il dottor Parassoni potrebbe cambiargli la vita, come il suo arrivo potrebbe essere il primo di una lunga serie di viaggi della speranza a firma A.C.I.S.S.

Chi volesse contribuire alla causa di A.C.I.S.S. può sottoscrivere una delle "azioni della speranza" del valore di 20 euro mensili. Attraverso il sito sarà possibile seguire direttamente ogni attività dell’associazione e l’utilizzo delle somme raccolte. Per saperne di più si può visitare il sito www.aciss-onlus.it
Per conoscere le molteplici attività di "Un birdie per la vita" è possibile accedere al sito www.birdieperlavita.com

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Pubblicato il 22 Novembre 2003
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