«Chiediamo più agenti e una nuova sede»

Il Vicequestore Luigi Mauriello nel tracciare il bilancio delle attività di polizia nel 2003 ha anche lanciato un appello in merito alle esigenze del commissariato

Questione sicurezza, numero degli agenti e nuova sede sono stati gli argomenti affrontati dal vicequestore Luigi Mauriello durante la conferenza stampa sul bilancio delle attività di polizia nel corso del 2003. «Servono più agenti e una nuova sede – ha dichiarato senza mezzi termini il vicequestore – L’aumento del personale è strettamente connesso all’incremento di lavoro soprattutto di tipo amministrativo e burocratico determinato dalle pratiche istruite (in totale 5360), ad esempio per regolarizzare i cittadini stranieri (in totale 985), legate alla legge Bossi-Fini, o per semplice rilascio dei passaporti. Ma questa situazione si scontra con un altro nodo che aspetta di essere risolto da almeno trent’anni. Ovvero la sede. Infatti in questo momento sarebbe inutile un aumento di organico vista l’esiguità degli spazi nell’attuale struttura – ha sottolineato Mauriello – . Di cose negli ultimi anni se sono dette tante. Ora grazie anche all’interessamento dell’ex sindaco Tosi e del sindaco Rosa l’ex calzaturificio Borri sembra essere la destinazione ideale. Un posto che il comune ci darebbe in comodato gratuito. Il progetto (preventivo di 7 miliardi di lire per la sua realizzazione ndr) è già pronto e ha avuto il via libera anche dal Prefetto e dal Questore di Varese. Manca solo il si dal dipartimento del ministero degli interni. Certo la pratica andrebbe accelerata. Non dimentichiamo che Busto Arsizio è una città geograficamente strategica». Ottenuti i fondi statali il nuovo commissariato potrebbe essere realizzato in circa due anni e vedrebbe la presenza nello stesso anche di uffici della polizia stradale, che in quanto a strutture vive una situazione ancora più precaria. Per quanto riguarda la questione sicurezza Mauriello ha fatto un’altra puntualizzazione: «Busto Arsizio non è certo l’Eden, ma in quanto a sicurezza non ci sono particolari problemi. Il senso di paura e insicurezza che impera non trova riscontro nei numeri. Il fenomeno criminale esistente sul territorio non è paragonabile ad altre realtà. Gli episodi che più mi inquietano, perchè legati a un fenomeno sociale, sono quelli relativi agli atti vandalici, agli schiamazzi e all’imbrattamento di molti edifici. Sono segnali poco incoraggianti. Di sicuro il territorio di Busto Arsizio non è interessato da fenomeni di criminalità organizzata, racket e nemmeno di razzismo perché il caso degli ultrà della Pro Patria per l’arrivo di kalu si è sgonfiato ed è stato poi smentito dagli stessi tifosi».

Detto questo i numeri indicano che i reati nel loro complesso sono diminuiti passando da 1783 a 1750 mentre analizzando in dettaglio ci sono dei distingui da fare: i furti sono passati da 471 a 497, in particolare rispetto al 2002 gli appartamenti svaligiati sono passati da 82 a 97, le rapine invece si sono dimezzate, da 30 a 16. Decuplicate le truffe, da 36 a 300 con un sostanziale incremento di quelle legate a internet e alla telefonia. In pratica pare che molta gente sia stata raggirata negli acquisti on linee e nell’utilizzo di servizi che deviavano le chiamate urbane su linee internazionali. Infine merita una particolare attenzione i reati commessi in ambito familiare: sono aumentate le denunce, da 7 a 14, e questa significa che molti hanno trovato il coraggio di denunciare le violenze subito in prima persone o ad esempio sui minori( tre le persone finite in carcere per abusi e maltrattamenti), ma il segnale come ha commentato lo stesso vicequestore è senz’altro positivo, anche se molto resta ancora sommerso e non esce dalle mura domestiche. 

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Pubblicato il 20 Gennaio 2004
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