Negozi d’altri tempi cercansi

Ascom e comune lanciano un appello ai commercianti per "mappare" la città e creare un percorso comprendente i negozi "storici"

Ci sarà la bottega del calzolaio, il caffè con i tavolini d’epoca, il negozietto con gli affreschi d’antan. L’iniziativa presentata oggi in comune ha come obiettivo proprio questo: individuare le botteghe che preservano la storia della città per inserirli in una sorta di percorso turistico.
Il compito di individuare i "negozi storici" spetta al comune, che avrà tempo fino al 30 di settembre per inviare alla Regione l’elenco delle attività che racchiudono il sapore di un tempo. Per fare questo, oltre all’aiuto dell’Ascom, si chiede quindi ai commercianti stessi di farsi avanti segnalando le chicche dei negozi. Requisiti necessari per essere inclusi in questo circuito sono, oltre alla presenza di caratteri costruttivi, decorativi, funzionali di particolare interesse storico, architettonico, urbano, per la conservazione complessiva degli elementi di arredo originali

 

, anche la conservazione dell’attività commerciale nell’esercizio per un periodo non inferiore a 50 anni.

I vantaggi per i negozi sono, oltre che all’inclusione in depliant che tratteggeranno il profilo della città anche sotto l’aspetto storico-commerciale, anche la possibilità di ricevere finanziamenti regionali agevolati per il mantenimento dei caratteri distintivi dell’attività: gli interni se di pregio, il restauro di opere o arredamento se di interesse storico.
Ancora presto, quindi, per fare un elenco, anche se, secondo il fiduciario Ascom di Varese Marco Parravicini, «alcuni negozi come il caffè Bosisio, la pasticceria Ghezzi, la farmacia di Corso Matteotti, o lo stesso Borducan, al Sacro Monte già oggi possono essere presi ad esempio per la tipologia dei negozi che rispecchiano il gusto dell’antico preservato ai giorni nostri».
Promette impegno per la realizzazione dell’iniziativa anche Salvatore Giordano, assessore del comune di Varese alle attività produttive. «Una mappatura di queste attività ci serve – ha commentato Giordano – e chissà mai che oltre agli arredi e alle insegne si riesca a far rientrare nelle preziosità da valorizzare anche quelle botteghe che per lavorare utilizzano ancora i "ferri del mestiere" di un tempo»

 

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 24 Marzo 2004
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