Malpensa, bagno di folla per Pozzecco, Recalcati e Garri
Accoglienza regale per i due giocatori e per lo staff. La gioia di Sandro Galleani
Bandiere tricolori, striscioni, palloncini e magliette azzurre. C’era tutto l’occorrente per fare il tifo ieri sera al Terminal 1 di Malpensa dove, alle 19,40, è atterrato il volo Alitalia che ha riportato in patria un gruppetto di azzurri del basket. La "delegazione" comprendeva due giocatori (Garri e Pozzecco), coach Recalcati, il suo vice Frates ed alcuni componenti dello staff tecnico tra cui due miti viventi della pallacanestro varesina ed italiana: il massaggiatore Galleani e il team manager Dino Meneghin.
La "star" della serata è stato senza dubbio Gianmarco Pozzecco, che ha preferito atterrare a Malpensa piuttosto che a Fiumicino proprio per poter salutare i tanti amici e tifosi varesini, molti dei quali lo hanno sostenuto anche durante i Giochi con l’ausilio di e-mail, telefonate, sms e quant’altro. Il pubblico lo ha accolto con un vero e proprio boato, seguito da una interminabile serie di foto ed autografi, oltre alle interviste rituali per giornali, radio e televisioni. «Queste Olimpiadi sono state un evento storico per il nostro sport – ha esclamato il Poz – Abbiamo avuto una visibilità incredibile, insperata (Italia-Argentina, con 7 milioni di telespettatori è stato l’evento più visto dei Giochi ndr): ora dobbiamo sfruttarla per il bene della pallacanestro italiana». Interrogato sulla finale persa contro l’Argentina Pozzecco è stato categorico: «Penso che avere un giorno di riposo dopo la semifinale non avrebbe cambiato più di tanto l’esito della partita. Io sono il più vecchio del gruppo ma non ho risentito fisicamente nel giocare ogni giorno: quando arrivi a quel punto non senti neppure la fatica». La "mosca atomica" rivela poi un particolare che racchiude in sé tutta l’essenza dei Giochi Olimpici: «Il momento più bello che ho, anzi, abbiamo vissuto in queste due settimane è stata la notte tra sabato e domenica dopo la finale. Ci siamo messi d’accordo con Carlos (Delfino ndr) e abbiamo passato la notte intera a festeggiare insieme ai giocatori argentini. È finita con noi che gridavamo "Argentina, Argentina" e loro che replicavano "Italia, Italia"». Pozzecco con la sua sfrontatezza ha abbagliato anche gli americani: le foto e gli aneddoti su di lui hanno occupato anche il sito più cliccato del basket mondiale, NBA.com. Lui risponde sicuro: «Non ho avuto proposte dall’NBA, ma confermo che non mi tirerei indietro se arrivasse una chiamata. Credo che nella mia carriera ci possa essere posto anche per questo tipo di esperienza». Infine assolve Iverson, l’asso americano che con supponenza disse di non conoscere Pozzecco neppure dopo la sonora sconfitta subita ad opera dell’Italia a Colonia. «Mah, a parti invertite tra me e Iverson avrei risposto anche io allo stesso modo. Lui guadagna palate di soldi e vive in un altro mondo. Avrei voluto fargli vedere la medaglia visto che lui ha vinto solo il bronzo (ride), ma era troppo lontano».
Anche il giovane astigiano Garri, forse la maggiore sorpresa azzurra, è entusiasta dell’accoglienza ricevuta. «Mamma mia, non mi aspettavo questa folla: mi sembra di essere diventato un calciatore. Scherzi a parte, mi auguro che questa medaglia finalmente convinca le società che i giocatori italiani ci sono e spesso valgono più degli stranieri. E se a volte costano un po’ di più vuol dire che c’è anche la qualità». A chi gli chiede notizie riguardo un interessamento dell’NBA su di lui, Garri risponde in maniera diplomatica: «Me lo hanno detto, ma non ho avuto contatti diretti. Ora devo pensare alla mia nuova avventura con Roma, più avanti vedremo».
Sandro Galleani, il fisioterapista varesino alla quinta Olimpiade, è accolto con applausi dai tifosi. Lui c’era anche a Mosca nel 1980, nell’altra edizione dei Giochi che vide l’Italia concludere con la medaglia d’argento al collo. «I ragazzi hanno compiuto un’impresa eccezionale. Credo proprio che più di così sarebbe stato impossibile fare, ma chissà che con un giorno in più a disposizione non avrebbero impensierito ulteriormente l’Argentina». Dietro Galleani sfilano pure Recalcati che sottolinea l’atmosfera del Villaggio olimpico («Una vera scuola di vita») e Dinone Meneghin che dispensa saluti e sorrisi ai tifosi ed ai tanti viaggiatori "inciampati" nel cerimoniale dello sbarco, tra un carrello ed un parente accorso a salutarli. Fuori dallo scalo, all’improvviso, arriva pure la pioggia. Ma questa volta le sue gocce sono d’argento.
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