A Villa Frua per parlare di Africa

Una serata con Ettore Tibaldi, dell’Università di Milano, e il Burkina Faso

Continua a Laveno Mombello il sodalizio tra Coop e Biblioteca comunale, che questa volta propongono un viaggio tra i contadini del Burkina Faso.

Il prossimo venerdì 3 dicembre, alle ore 18, nel saloncino della biblioteca, Ettore Tibaldi, responsabile scientifico di un progetto finanziato da Coop Lombardia in Africa occidentale, racconta la storia di un’associazione contadina del Burkina Faso. Questa, l’UNGVT (Unione dei gruppi di villaggio della zona di Tanlili) inizia con una banca di cereali, continua mediante la difesa del suolo, raggiunge la sicurezza alimentare e poi si dedica a proteggere la savana, avendo compreso che la vita di tutta la comunità dipende dalla foresta. Per questa ragione l’UNGVT ha vinto, l’anno scorso, il Premio internazionale Slow food per la difesa della biodiversità.

Coop Lombardia è impegnata dal 1990 in progetti di cooperazione in Burkina Faso. Negli ultimi sei anni sta collaborando a questo importante programma per lo sviluppo di un’agricoltura sostenibile e rispettosa dell’ambiente, che ha come obiettivo l’autosufficienza alimentare per circa ventimila abitanti. Il finanziamento Coop serve per acquistare attrezzature e prodotti agricoli, attuare corsi di formazione per giovani agricoltori e offrire alle donne specifiche attività di formazione per migliorare le competenze necessarie a intraprendere piccole attività di commercio.

Sarà presentato al pubblico un volume dal titolo, appunto, “Savana meravigliosa”, edito da Coop, e proiettato il documentario “Un giorno a Tanlili” del celebre regista burkinabé Idrissa Ouedraogo.

Al termine della serata è previsto un “Convivio africano”: un assaggio dei sapori dell’Africa a cura di Daniela Faiferri, dell’associazione “Le donne per le donne”. Quest’ultimo è un gruppo di lavoro che nasce con l’obiettivo di individuare, gestire e finanziare una serie di progetti dedicati in modo specifico alle donne partendo dalle esigenze emerse all’interno dei gruppi di villaggio. Molta attenzione, ad esempio, in questi anni è stata data alla possibilità di migliorare il reddito delle donne attraverso piccole produzioni di prodotti da vendere nei mercati. Il commercio su piccola scala in Africa è, infatti, tradizionalmente affidato alle donne che ne fanno ricadere i vantaggi economici sui bambini, la componente più fragile della comunità. Qualche esempio dei progetti finanziati tra il 2002 e il 2003: un laboratorio di tintura a Zitenga, la produzione di sapone e saponette al burro di karité a Tanlili, l’acquisto di cinque carrette per il trasporto delle giare piene d’acqua, l’avvio del progetto “Bambini a scuola”.

Infine, dal 3 al 19 dicembre, nell’atrio della Villa Frua sarà possibile vedere la mostra fotografica “Essere donna in Burkina Faso”. Le immagini della fotografa Carla Cinelli raccontano la vita quotidiana di bambine, ragazze e donne, appartenenti ad etnie diverse nei villaggi dell’Africa occidentale a sud del Sahara.

Dal Sahel – così è chiamata questa terra – volti, sguardi e sorrisi si animano e diventano vita. Si ripercorre il ruolo importante, nella vita e nell’economia dei villaggi, affidato alle donne: provvedono all’acqua necessaria ai bisogni di tutta la famiglia, vanno alla ricerca della legna, fanno funzionare il mulino, organizzano i pasti per tutti. Le donne sono le vere protagoniste dei mercati perché acquistano generi di prima necessità e vendono i loro prodotti; sono le custodi delle tradizioni quali la conoscenza delle erbe, le pratiche domestiche, fino alla definizione dei compiti all’interno della famiglia e sono loro a tramandarle alle figlie.

Vivono, tuttavia, come nell’ombra, sottostanno fin dall’infanzia a regole rigidissime dettate da una società maschile molto gerarchica. Le violenze fisiche e psicologiche sono molto frequenti, l’obbedienza è la condizione per non essere ripudiate e quindi respinte ai margini della società, anche dalla famiglia d’origine. Poche fortunate bambine possono frequentare la scuola, distante dal villaggio e costosa.

Il viaggio attraverso questi scatti fotografici è di grande effetto e non può non coinvolgere e indurre alla riflessione sull’emancipazione della donna mai raggiunta in alcune periferie del mondo.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 01 Dicembre 2004
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