La visita pastorale
È arrivato sul cantiere senza tanto rumore. Si è messo il caschetto bianco come tutti quelli che lo seguivano nella visita al nuovo ospedale. Una visita di poco meno di un’ora, poi via di corsa in Provincia per firmare un accordo. Ed eccolo ricomparire al Pirellino di viale Belforte. Strette di mano, discorsi al personale. «Sai che mi è proprio piaciuto il capo oggi»! Dice un’impiegata alla sua collega mentre lui sale al primo piano per una conferenza stampa con i giornalisti. «Ho il via libera, sarò io il candidato alle regionali». E via di nuovo verso palazzo Estense. Altre strette di mano, altro accordo. Stavolta il giro è corto e si arriva nel fortino dell’economia, la Camera di commercio. Tutto il gran consiglio è lì ad ascoltarlo. Un’ora ancora e via di nuovo c’è tutto il gruppo dirigente del partito ad attenderlo al De Filippi. Qui si lascia andare un po’ di più. Si sente a casa. Ripete le cose già dette, ma prova a dare la scossa ai suoi che lo ascoltano in osservante silenzio.
Come è diverso il Formigoni di oggi. Non si è scomposto un momento. Mai un dubbio. Mai una parola sbagliata o fuori posto. Affabile, gentile, sereno, sicuro. Perfino bello verrebbe da dire. Si è mosso da vero leader come di fatto è. Se avesse potuto avrebbe anche detto Messa perché in effetti è l’unica cosa che gli è mancata oggi.
Che distanza da quando in campagna elettorale cinque anni fà rispondeva sprezzante alle domande dei giornalisti. Che distanza da quando venne a battezzare la legge sullo sconto per la benzina in zona di frontiera.
Il Formigoni di oggi parla di cose fatte o presunte tali. Ripete un disco preconfezionato, ma è credibile anche perché presenta una Lombardia come la regione più bella, più ricca e più tutto rispetto al resto del mondo.
Vero o meno conta poco, almeno ora. La visita pastorale di oggi ha aperto una campagna elettorale che lo potrebbe vedere in difficoltà solo se si mettesse a spargere da solo bucce di banana dove passa.
La vista a Varese, al di là dei discorsi ufficiali è servita per ripresentarsi per la terza volta all’opinione pubblica come l’uomo giusto per la guida della regione. Lo rivedremo spesso. Oggi tra lo stuolo di persone al suo seguito non c’era nessun esponente dell’opposizione. Scelta forse corretta, ma certo avranno da sudare sette camicie per trovare il modo di scalfire la popolarità e il potere che il Formigoni di oggi è stato capace di mettere in campo.
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