Alcesti”, l’essenzialità del ritmo e del tempo
Al Giuditta Pasta la compagnia Abbondanza e Bertoni ha offerto una visione poetica dell’ eterno contrasto amore e morte, capace di arrivare all’ anima
La compagnia Abbondanza Bertoni, per la seconda volta ospite del teatro saronnese, ha presentato ieri sera lo spettacolo Alcesti ispirato ad Euripide e a Rainer Maria Rilke.
"Ho male all’ altro" è il titolo di un progetto di studio che i coreografi/danzatori Michele Abbondanza e Antonella Bertoni hanno intrapreso dal 2002 intorno al tema del sacrificio per amore, traendo ispirazione dalla tragedia greca.
Con "Alcesti" viene indagato il rapporto amoroso e il sacrificio della vita che è alla base dell’ omonimo capolavoro di Euripide in cui la giovane Alcesti nel giorno delle sue nozze con Admeto, sacrifica la propria vita per il marito raggiungendo l’ aldilà al suo posto .
Sulla scena pochi elementi semplici che i due artisti caricano di un’ intensa drammaticità, riuscendo a mantenere per tutta la durata dello spettacolo un’ atmosfera inquietante e astratta che ben conferisce il senso del tragico e dell’ opprimente.
Gesti sensibili e schietti, ma allo stesso tempo ricchi di pathos, che diventano efficaci proprio per la loro semplicità di espressione; le azioni e i movimenti, che a tratti grazie anche alle suggestioni musicali assumono aspetti quasi mistici ed estatici, sono concepiti non seguendo una logica meramente estetica ma osservando un realismo che riporta in scena il corpo nella sua totalità e verità.
Dopo una prima parte, forse un po’ troppo statica e sicuramente di non facile lettura, in cui i due amanti coperti da teli semi trasparenti vengono rappresentati in uno stato quasi embrionale grazie a dei giochi di luce soffusa, la scena esplode su due sposini nel giorno delle loro nozze, impacciati nelle movenze e nella mimica carica di un’ espressività misteriosa che sembra aver tratto ispirazione direttamente dal cinema muto.
Frutto di un’ evidente e minuziosissima ricerca drammaturgia "Alcesti" è un lavoro essenziale e studiato al millimetro nei suoi tempi e ritmi: soprattutto nella seconda parte l’ atmosfera ambigua che fin dal principio circonda i due sposi, oppressi da una inevitabile ombra funesta, si fa sempre più inquietante e la tensione emotiva è mantenuta al massimo. Poi la morte esplode in tutta la sua violenza dimostrando di essere ineluttabilmente più forte della passione umana e di qualsiasi legame di sangue.
Con questo lavoro Abbondanza e Bertoni offrono allo spettatore un momento fortemente evocativo che rimanda ad una visione poetica dell’ eterno contrasto amore –morte e che si traduce in azioni al contempo fisiche e spirituali, senza dubbio capaci di arrivare all’ anima.
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