Duplice omicidio, il fratello maggiore ha confessato
Gaetano Restivo si trova già in carcere. Recuperata anche l'arma del delitto
Gaetano Restivo ha confessato. È stato lui ad uccidere a colpi di fucile i due fratelli più piccoli: Gianni, di 24 anni, e Antonio di 14. Una giornata di ordinaria follia, quella raccontata con distacco e freddezza dal 27enne omicida, appena dopo la cattura. Un film lucido e preciso, un racconto meccanico e senza emozioni, che non consente ancora di capire il movente di questa strage famigliare. Gli inquirenti riferiscono che al momento della cattura Gaetano era in uno stato «di depressione e di profondo disagio». E forse questa potrebbe essere una prima spiegazione.
Dopo la confessione, tutti i tasselli della tragica giornata di mercoledì, dal momento dell’uccisione fino al ritrovamento dell’assassino, sono andati al loro posto e il puzzle è ormai completo.
Il duplice omicidio avviene tra le 5 e le 5 e 30 di mercoledì. Gaetano Restivo entra nella stanza dei due fratelli armato di fucile calibro 12 a canne sovrapposte. I due fratelli dormono nel loro letto a castello. Sopra c’è Antonio, il più piccolo. Il primo ad essere colpito al torace è proprio lui. Gianni non fa in tempo a rendersi conto di quanto sta accadendo che viene raggiunto a sua volta da una fucilata. Gaetano ricarica e ripete la sequenza di colpi. L’omicida ripone il fucile al suo posto, nello sgabuzzino della cucina, dopo averlo ricaricato ancora una volta. I vicini di casa non sentono gli spari. Il barbiere che abita sopra dirà di aver sentito un rumore sordo e di aver pensato che si trattasse della batteria elettronica che Gianni Restivo (foto sopra) utilizzava per comporre musica.
Nella casa verranno ritrovate altre armi, cinque in totale, tutte regolarmente denunciate.
Ore 6.20: La scuola media di Viggiù chiama casa Restivo per sapere del ritardo di Antonio, che quella mattina doveva partire in gita a Monaco di Baviera con la propria classe. Gaetano risponde alla telefonata dicendo che il fratello non puo’ partire perché sta poco bene.
Ore 8.00: La madre Rosa rientra a casa dal turno di notte dell’ospedale di Mendrisio, dove lavora come infermiera. Ad accoglierla sulla soglia di via Castagna trova il figlio Gaetano che le dice che la nonna sta male, come realmente è. I due salgono sulla mercedes nera del padre e si dirigono a Luino, a casa della nonna. L’omicida a questo punto lascia la madre, con la promessa di tornare a prenderla più tardi.
Ore 9 e 30: Dopo aver nascosto la macchina a Colmegna sul Lago Maggiore, vicino alle gallerie, Gaetano attende un po’ di tempo. Girovaga senza una meta e poi si lancia da una rupe, con la volontà di farla finita. Il salto è di circa 30 metri. Finisce in acqua e trova un punto del lago abbastanza profondo, quanto basta per salvarsi. Riemerge e si attacca ad una zanca di ferro fissata nella roccia, dove rimarrà aggrappato, con una ferita al braccio sinistro, per oltre dieci ore, fino a quando verrà recuperato nella notte da una lancia dei carabinieri.
Ore 18.00: La fidanzata di Gianni, F. di 22 anni, insospettita dal fatto che il fidanzato non le risponde al telefono decide di andare con la propria madre nell’abitazione di via Castagna a Viggiù. La casa è aperta e la ragazza scopre così la verità. Sul posto arrivano subito i carabinieri, allertati da un vicino, e il 118. Gli agenti bloccano l’entrata dell’abitazione per evitare alterazioni della scena del delitto.
Ore 19 e 30 : I carabinieri di Luino ritrovano la mercedes nera vicino al lago e iniziano le ricerche del giovane, che non ha dato più notizie di sè alla madre.
Ore 24 e 10: Un’imbarcazione dei carabinieri perlustra la costa del luinese e individua Gaetano Restivo aggrappato ad una roccia. I carabinieri si avvicinano con cautela perché non sanno se l’uomo è armato e soprattutto per evitare un nuovo tentativo di suicidio. L’omicida è in stato di shock, ha una brutta ferita all’avambraccio sinistro ed è stremato. Viene caricato sulla barca e portato al lido di Maccagno e da qui al pronto soccorso di Luino, dove viene medicato. Prima di interrogarlo, il pm Rossella Ferrazzi e i carabinieri attendono che l’uomo si calmi. Gaetano Restivo confessa tutto.
Ancora incerto il movente del delitto. Gaetano Restivo non era in cura psichiatrica e non prendeva farmaci. La sua era una famiglia normalissima, senza grandi tensioni. Si era parlato inizialmente di litigi tra fratelli. Nulla di grave, cose che rientrano nelle normali dinamiche famigliari, diranno gli inquirenti più tardi. Non escludono, invece, che il gesto possa essere frutto di un raptus e ammettono che è stata una fortuna che in quel momento in casa non ci fossero i genitori. Sta di fatto che un movente ancora non c’è e forse bisognerà aspettare che qualche esperto si pronunci per capire cosa sia avvenuto nella mente di Gaetano Restivo. L’unica spiegazione, al momento, è da cercare in una vita segnata da alcuni insuccessi personali. Gaetano non lavorava e dopo il diploma di geometra si era iscritto alla facoltà di giurisprudenza senza averla mai portata a termine. Pare inoltre che fosse stato lasciato recentemente dalla sua ragazza.
Ora l’uomo si trova nel carcere dei Miogni di Varese.
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