Italia Serbia, gli imprenditori: «Ecco cosa cerchiamo»

Alla Camera di Commercio una delegazione serba ha incontrato alcuni operatori del tessile varesino

La Camera di Commercio, questa mattina sembrava un vero e proprio centro di contrattazione. A trattare, faccia a faccia, c’erano alcuni imprenditori del tessile varesino ed i rappresentanti di 15 imprese serbe interessate ad avviare una collaborazione con le imprese della nostra provincia. L’incontro di oggi era la seconda  puntata di un’iniziativa che nell’aprile scorso aveva già messo in contatto imprese varesine con potenziali partner commerciali ed economici con sede nei Balcani.

Che cosa offrono e che cosa cercano gli imprenditori della Serbia? Quelli Italiani? E come si fa, in concreto, ad avviare una collaborazione tra questi paesi?

«Ho partecipato a questa iniziativa alla ricerca di nuovi mercati che possano offrire buoni prodotti a basso costo e che in Italia non è difficile trovare.» A parlare è Angelo Saporiti del maglificio SAMAF, di Fagnano Olona. L’imprenditore nel corso della mattinata ha incontrato più di un imprenditore serbo alla ricerca di prodotti di qualità dal costo non eccessivamente elevato  «I consumatori oggi sono orientati quasi completamente a capi di abbigliamento dal prezzo poco elevato, a volte anche a discapito della qualità. L’ideale sarebbe riuscire a trovare dei prodotti discreti che consentano di contenere i costi di produzione».

La ricerca di nuovi fornitori e di opportunità di delocalizzazione ha spinto anche altri imprenditori a partecipare all’iniziativa della Camera di Commercio. Raffaele Vedani, della VEMA di Varese, un’industria realizzatrice di maglieria e di collezioni di abbigliamento femminile ha così commentato l’esito dei dialoghi: «Nell’incontro di aprile ho iniziato una collaborazione con alcuni potenziali partner commerciali e presto mi recherò in Serbia per visitare le loro aziende. Il mercato serbo oggi è molto vivace ed inoltre non è da dimenticare che offre la possibilità di sfruttare il suo contatto agevolato con la Russia e i paesi dell’Ex Unione Sovietica.»

All’incontro hanno partecipato anche alcuni produttori da macchine per la tessitura come la Stieger Zamark di Somma Lombardo, rappresentata dal suo responsabile commerciale, Donato De Micheli: «Abbiamo partecipato soprattutto perché siamo alla ricerca di nuovi mercati. Il settore tessile in Serbia è in crescita e speriamo perciò di riuscire a trovare dei nuovi clienti».

Le industrie serbe invece sembrano essere interessate soprattutto all’apprendimento di conoscenze tecniche e di competenze. Un caso particolare è però quello di Gorica Popesku responsabile di un centro di design che da anni collabora con le imprese italiane. Tra i progetti dell’imprenditrice c’è anche quello di creare una scuola di formazione sfruttando l’abilità dei suoi dipendenti. «Tra le nostre offerte c’è anche la possibilità operare come intermediari tra l’Italia, la Russia ed altri paesi dell’est Europa. Le spese doganali tra Serbia e questi paesi infatti ammontano soltanto all’1 per cento».

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 12 Maggio 2005
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