Un varesino vola in Cina per rappresentare l’Europa della ricerca
Enrico Ottolini, direttore di Acai e membro di Eurab, sarà uno dei tre italiani (tra i 65 rappresentanti europei) che incontreranno il ministro della ricerca cinese
Partirà per Pechino martedì, insieme alle delegazione dell’Unione Europea che, comprende solo tre italiani su 65 partecipanti: Angelo Airaghi, presidente di Ansaldo Ricerche, Adriano De maio già rettore del Politecnico di Milano e ora rettore dell’università Luiss – Guido Carli di Roma, e Enrico Ottolini.
Ottolini, direttore di Acai Varese e membro di Eurab, è proprio in qualità di membro di questo organismo che si ritroverà faccia a faccia con il ministro cinese delle scienze e della tecnologia, in un forum che vedrà uno davanti all’altro per due giorni – il 12 e il 13 maggio – Cina e Unione Europea.
Ma in un momento particolarmente delicato, e di tensione commerciale tra i due paesi, che ci vanno a fare i delegati dell’UE da quelle parti?
«Innanzitutto vanno a parlare di futuro – spiega Ottolini – L’argomento che crea tante tensioni in questi giorni riguarda il commercio, cio che è produzione attuale. Mentre l’incontro tra la delegazione UE e il ministro cinese è più improntato alle tecnologie, all’innovazione. Insomma nell’incontro ciò di cui è più probabile che si parli è di brevetti…»
Un argomento non da poco, perchè fa parte dell’equilibrio del business di domani: convivere in un mercato globalizzato senza pestarsi i piedi o addirittura collaborando infatti non è molto semplice, e i problemi spesso passano dalle opere dell’ingegno.
L’Unione europea si presenta però in Cina con degli argomenti interessanti, come ad esempio circa 32 miliardi di euro previsti dal nascente settimo programma quadro comunitario per la ricerca e lo sviluppo, e destinati a progetti in cooperazione tra realtà Ue e partner di paesi terzi.
«E’ la prima volta che la cooperazione non è prevista solo all’interno dell’Unione, ma si allarga agli altri paesi. Un’occasione per sondare le possibilità di collaborazione nella ricerca, ma soprattutto di verfica di un "lavoro ad armi pari"» commenta Ottolini.
Il programma quadro 7, che probabilmente vedrà la luce nel 2007, avrà 9 temi prioritari (Salute, Cibo agricoltura e Biotecnologie, Ict, Nanoscienze e Nanotecnologie, Energia, Ambente, Trasporti, Scienze Socio Economiche, Sicurezza e Spazio) e vuole promuovere, secondo le linee provenienti da Lisbona 2000 "un’europa più dinamica basata sulla società della conoscenza", si occuperà cioè di finanziare progetti che svilupperanno la ricerca e l’innovazione nel vecchio continente. Con una quantità di denaro che dovrebbe essere dopia a quella del programma quadro precedente,passando da 17 a oltre 32 miliardi di euro.
Che una volta, però, era difficile ottenere…
«Il rapporto dei progetti approvati rispetto a quelli presentati fino ad ora è stato circa 20 su 100. Progetti difficili per le aziende da consegnare, e per l’UE da vagliare – ammette Ottolini – Con il prossimo programma quadro però le cose dovrebbero andare meglio: primo perchè dovrebbero essere reistituiti i premi esplorativi, cioè i finanziamenti per la realizzazione – spesso costosa e complessa – dei progetti più meritevoli. Poi perchè stanno costituendo l’ERC, il Consiglio Europeo della Ricerca, che dovrebbe occuparsi della gestione più amministrativa dei progetti, lasciando all’Eurab la parte più "politica" delle decisioni».
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