“Il Giorno” e il giornalismo dalla schiena dritta
Fondato il 21 aprile del 1956 da Enrico Mattei, presidente dell'Eni, il quotidiano si distinse per indipendenza e innovazione
«Il Giorno di Milano era il giornale più indipendente che ci fosse in Italia». Così Tiziano Terzani nel suo ultimo libro "La fine è il mio inizio" (Longanesi), parlando con il figlio Folco, definisce Il Giorno.
Questo glorioso quotidiano l’indipendenza ce l’aveva scritta nel dna, e non poteva essere che così visto che il padre fondatore era stato Enrico Mattei, presidente dell’Eni (ente nazionale idrocarburi). Un uomo che aveva due grandi qualità che contraddistinsero anche il suo giornale: intelligenza strategica e amore per la libertà.
Mattei aveva partecipato alla Resistenza (al comando delle formazioni cattoliche, i cosiddetti partigiani bianchi) e non sopportava sudditanze di nessun genere, nemmeno quando di fronte aveva i potenti del mondo. Aveva tenuto la schiena dritta ancheal cospetto delle Sette Sorelle, le grandi compagnie petrolifere tutte controllate direttamente dagli americani.
La sua genialità lo aveva portato a creare una politica energetica indipendente per l’Italia che guardava ai Paesi del Mediterraneo con uno sguardo nuovo, riconoscendo ai produttori di petrolio dignità politica ed economica. Una voce fuori dal coro internazionale che garantì all’Italia autonomia nelle scelte energetiche, svincolate dal controllo delle Sette Sorelle. Il Giorno era, dunque, lo strumento mediatico per appoggiare e affermare la "sovranità energetica" italiana e al tempo stesso per raccontare il nuovo ordine mondiale.
Mattei morirà in un misterioso incidente aereo il 27 ottobre del 1962 (interessante la ricostruzione fatta dallo storico Nico Perrone in "Il caso Mattei" Gamberetti editrice). Il democristiano Amintore Fanfani disse: «Forse l’abbattimento dell’aereo di Mattei è stato il primo gesto terroristico nel nostro paese»
Il Giorno vede la luce il 21 aprile del 1956, grazie all’intraprendenza di Gaetano Baldacci, inviato del Corriere della Sera, al disegno economico-politico (di cui si è parlato) di Enrico Mattei e al desiderio dell’editore Cino del Duca di ritornare in Italia per un’inizativa editoriale di prestigio. Una sfida lanciata sul territorio fino a quel momento dominato dal colosso di via Solferino. Il nuovo quotidiano spezza lo strapotere di Confindustria per difendere l’intervento pubblico nell’economia, incoraggia il dialogo politico tra Democrazia cristiana e Partito socialista, fa conoscere agli italiani l’esistenza di un Terzo Mondo che aspira all’indipendenza.
(nella foto i resti dell’aereo di Enrico Mattei)
Il Giorno innova non solo sul piano dei contenuti, ma anche nell’impaginazione, prendendo a modello il londinese Daily Express. Esce con un inserto quotidiano in rotocalco di otto pagine, che contiene anche gli articoli solitamente riservati alla tradizionale Terza pagina e sarà il primo quotidiano d’informazione a pubblicare una pagina di economia e finanza.
Dalla redazione di Milano passeranno e si formeranno i nomi più importanti del giornalismo italiano: Giancarlo Fusco, Tiziano Terzani, Giorgio Bocca, Italo Pietra, Umberto Segre, Bernardo Valli, Gianpaolo Pansa, Mauro De Mauro, Gianni Brera.
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