Google si allea ad Apple: Microsoft deve tremare?

Dai sistemi operativi al web 2.0, la "sanguinosa" storia dell'informatica si ripete

Un breve comunicato stampa, arrivato in tarda serata il 29 agosto scorso, dalla sede storica di Apple, a Cupertino. “Apple annuncia oggi che il Dr. Eric Schmidt, amministratore delegato di Google, è stato inserito nel suo consiglio di amministrazione”. Non sono esattamente due righe innocenti da lasciar passare con tanta semplicità, la notizia può trasformarsi in un vero e terremoto nel mondo dell’informatica.
 
Perché la storia dell’informatica non è fatta solo di byte e processori. Quella è la parte noiosa che si scrive sui libri scolastici. La storia dell’informatica è fatta di sfide e alleanze, in una lotta all’ultimo sangue che si svolge ininterrotta da più di 20 anni. Una lotta tra due protagonisti e mille coprotagonisti, e della quale proprio in questi ultimi mesi si ha l’impressione di arrivare all’ennesimo “scontro finale”. Stiamo parlando dello scontro tra Microsoft ed Apple. Entrambe le case producevano, e producono, due sistemi operativi paralleli, Windows e Mac Os. Fino a qualche anno fa tutti avrebbero scommesso sulla vittoria di Microsoft: Windows è molto più diffuso. Ma Apple di certo non si è limitata a galleggiare: è sempre rimasta lì, con una politica di eccellenza, una sorta di “Ferrari” dell’informatica, che vendeva computer e sistemi operativi di lusso, ad un alto prezzo che i professionisti erano disposti a spendere.
 
Un equilibrio onesto, ma nel mondo dell’informatica non ci si siede sugli allori. Così più di cinque anni fa cambia qualcosa. Apple decide che per sopravvivere non basta più vendere software e computer. Ora ci vogliono i servizi. Allora nasce un piccolo lettore mp3, chiamato iPod, abbinato ad un grande negozio dal quale poter scaricare a pagamento la musica, iTunes. Una rivoluzione che non si ricorda dai tempi del walkman: negli Stati Uniti le ormai mitiche cuffiette bianche dell’iPod spuntano sulle orecchie di tutti, diventano uno status symbol, e il negozio iTunes diventa così potente da poter imporre alle major discografiche un prezzo di 90 centesimi di dollari per brano: chi protesta, come Sony, si trova sistematicamente costretto a rientrare ad orecchie basse. Apple torna ad essere un marchio popolare, approfittandone per abbassare il prezzo dei suoi computer e tornando nel mercato di massa. Negli stessi anni crea un nuovo servizio a pagamento: iDisk. Un disco rigido che non sta sul computer, pur essendovi integrato, ma su internet. Poi arriva dotMac: una casella email, una rubrica e una agenda non gestiti sul computer, ma sempre via internet. Con il vantaggio di averli a disposizione, e al sicuro, anche quando siamo lontani dal nostro pc, ma anche di poter condividere i file con gli amici.
  
Senza accorgersene, forse, Apple aveva inventato il Web 2.0. Si chiamano così quei siti che “sostituiscono” il sistema operativo o i media come la tv, con una forte interattività. Invece di installare software sul nostro pc, usiamo pagine web che funzionano come veri e propri programmi. Invece di accendere la Tv guardiamo la web tv. Non dobbiamo installare i programmi, il lavoro di gruppo è più facile, e la potenza dei pc è secondaria. Google in questo settore si è buttata letteralmente a capofitto. Oggi in molti controllano la loro posta direttamente col browser, grazie a Gmail, gestiscono l’agenda su internet, con Google Calendar, creano pagine web dal browser, con Google Page Creator, chattano senza programmi esterni, con Gtalk, comprano filmati su Google Video. E poi l’indiscrezione bomba, un missile dritto al cuore di Microsoft e al suo software più venduto: Google sta creando Google Office. Presto, quindi, potremo scrivere documenti online senza usare Word. Già ora possiamo creare fogli di calcolo senza usare Excel, con Google Spreadsheet.
 
E Microsoft non sta a guardare. Date un’occhiata a Windows Live: è questa la risposta, una serie di servizi che ci permetteranno di usare Office, Msn Messenger e comprare musica senza programmi speciali, basta il browser. I programmi diventano pagine web, e il terreno di combattimento si sposta, mentre i sistemi operativi presto saranno valutati in base all’integrazione con questo web 2.0.
 
Oggi, con l’ingresso di Eric Schmidt qualche tassello confuso si ricompone. Proprio qualche mese fa Google si era detta disinteressata ad un negozio di musica online e ammetteva errori nella scelta di vendere video: perché fare concorrenza ad Apple mentre la ricchissima Microsoft si prepara ad entrare nel mercato con un avversario di iPod, chiamato Zune, per dicembre? E poi, alla recente presentazione del futuro sistema operativo di Apple, il capo dell’azienda Steve Jobs ha deluso. “Non vogliamo farvi vedere ancora nulla, o Microsoft ci copierà”. Strano modo di comportarsi dopo aver convocato migliaia di programmatori . Eppure le indiscrezioni parlano chiaro: si vocifera di un servizio email che integri le Google Maps, di un nuovo iDisk, di un nuovo servizio agenda e tanto altro web 2.0.
 
I due giganti Apple e Google, due marchi sull’onda del successo, hanno pochi capitali rispetto a Microsoft, ma tante idee e molti fan. Ora l’ingresso del capo di un’altra azienda nel consiglio di amministrazione di una società è cosa normalissima negli Usa, e ufficialmente non ci sono progetti visibili. Ma è anche vero che difficilmente Schmidt e Jobs lotteranno tra loro, ora, facilitando la posizione di Bill Gates. Nel frattempo bisogna anche non dare per scontato che il web 2.0 sia tutto il futuro e non solo una parte: problemi di privacy e di proprietà intellettuale, infatti, potrebbero spingere alcuni utenti a preferire il lavoro sul caro vecchio disco fisso…

Tutti gli eventi

di gennaio  a Materia

Via Confalonieri, 5 - Castronno

Redazione VareseNews
redazione@varesenews.it

Noi della redazione di VareseNews crediamo che una buona informazione contribuisca a migliorare la vita di tutti. Ogni giorno lavoriamo cercando di stimolare curiosità e spirito critico.

Pubblicato il 31 Agosto 2006
Leggi i commenti

Commenti

L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di VareseNews.it, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.

Vuoi leggere VareseNews senza pubblicità?
Diventa un nostro sostenitore!



Sostienici!


Oppure disabilita l'Adblock per continuare a leggere le nostre notizie.