Governo battuto in Aula, Rossi: «Apriamo un tavolo di confronto»

Il parlamentare della Margherita affida a VareseNews le riflessioni dopo il voto sul "decreto sfratti"

Egregio direttore

Questa mattina, in data 25 ottobre 2006, nel dibattito in Aula sulla Conversione in legge del decreto 29.IX.2006 («Interventi urgenti per la riduzione del disagio abitativo in favore di particolari categorie sociali») il governo è stato sconfitto per quattro voti (151 a 147) circa la pregiudiziale di incostituzionalità, così avallata, che concernerebbe tale procedimento.

Vi sono tre aspetti sui quali desidero concentrare l’attenzione:


1.) nel merito: il decreto riguarda una materia particolarmente delicata (quella abitativa) per determinate categorie interessate dalla sospensione delle procedure di sfratto (la cui data era stata rimandata al 30 giugno 2007): in particolare nei confronti di conduttori con reddito annuo familiare complessivo inferiore a 27.000 euro, che siano o abbiano nel proprio nucleo familiare persone ultrasettantenni, figli a carico, malati terminali o portatori di handicap con invalidità superiore al 66 per cento. Tale decreto, all’articolo 4, prevedeva anche la convocazione di un tavolo di concertazione con il compito di redigere il piano pluriennale nazionale straordinario dell’edilizia residenziale pubblica. Sono, questi, aspetti che toccano da vicino molti cittadini, anche vista l’impennata dei prezzi dei beni immobiliari che dal 2000-2001 in poi non accenna a diminuire.


2.) un aspetto più generale: non credo sia il caso, come quasi certamente accadrà da più parti, di stracciarsi le vesti evidenziando le debolezze dell’esecutivo. Il precedente governo, che ha battuto ogni percentuale in fatto di maggioranza e, nel medesimo tempo, di assenteismo, è andato sotto per ben cento volte (due, in particolare, circa la pregiudiziale di incostituzionalità). Né mi pare opportuno rivangare le recenti polemiche sui senatori a vita che, benché "nominati", sono – come ha giustamente sottolineato il sen. Andreotti – parlamentari a tutti gli effetti. Da parte sia del governo sia dell’opposizione occorrerebbe grande responsabilità: usare uno strumento come la pregiudiziale su un simile provvedimento non significa far vacillare Prodi, ma fare lo sgambetto al Paese. Più proficuo, almeno su questioni che riguardano così da vicino l’interesse dei cittadini, mi sembrerebbe attivare un tavolo di confronto per giungere a un possibile accordo preventivo.
Ogni progetto politico necessita della presenza di un "nemico". Bisogna vedere però quale nemico si sceglie, e soprattutto, con quali armi si decide di combatterlo.

3.) un aspetto contingente: il governo ha pagato pesantemente la mancanza in Aula di undici senatori (fra cui quattro in missione e quattro ammalati). Dati i numeri del Senato è chiaro che si gioca spesso su margini e differenze molto labili, capaci di influire sulla sostanza di provvedimenti importanti: è chiaro che, vista la situazione, sarebbe auspicabile, da parte della segreteria dell’Aula una grande attenzione nell’espletamento delle procedure di voto, a garanzia sia del governo sia dell’opposizione.

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Pubblicato il 25 Ottobre 2006
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