Ecco perchè siamo preoccupati

In una nota, il Consiglio dei clinici dellospedale di Circolo spiega le ragioni del proprio malumore riguardo al futuro

Premessa

 

– Appreso dagli organi di stampa che il Direttore Generale dell’Azienda, Dott. Carlo Pampari, ha identificato il giorno 15 marzo p.v. come data per il trasloco nel nuovo padiglione/monoblocco di questo ospedale, il Consiglio dei Clinici, riunito il 29 gennaio 2007, auspica vivamente che questo appuntamento sia mantenuto in maniera definitiva e riafferma la disponibilità dei singoli e la volontà collegiale perché si realizzi questo evento e si inizi al più presto l’attività nel nuovo padiglione avendo prioritaria la salvaguardia della sicurezza nell’assistenza ai pazienti.

 

IL CONSIGLIO DEI CLINICI

 

sottolinea una volta di più che anche dall’organizzazione, dal volume di assistenza erogata e dagli spazi assistenziali, didattici e vitali per gli studenti e per gli specializzandi, dipende la sopravvivenza e il successo dell’attività didattico formativa pre laurea e post laurea della Facoltà di Medicina.

Dalle notizie che trapelano dalle riunioni che si susseguono presso la Direzione Aziendale, emergono però alcuni punti che destano viva preoccupazione:

  1. Il trasloco avviene verso una struttura muraria non completata (vedi i lavori per l’edificazione dei laboratori etc., che devono ancora cominciare);

  2. assenza completa di comunicazione ai Direttori di Dipartimento ed ai Responsabili delle U.O. riguardo la tempistica e le modalità del trasloco;

  3. assenza completa di informazione sulla risposta della Regione alle richieste dell’Azienda di risorse aggiuntive in personale e finanze finalizzate a rendere funzionante il monoblocco nella sua completezza;

  4. assenza di informazione sull’organizzazione del blocco operatorio, sull’eventuale sua distribuzione funzionale, in particolare in rapporto alla localizzazione della centrale di sterilizzazione e alla necessaria acquisizione di nuovi materiali e strumentari;

  5. assoluta incertezza sul numero dei letti per singola U.O. e del numero delle sale operatorie che saranno attivate da subito, nonché della tempistica necessaria per una vera completa funzionalità di tutti i reparti;

  6. assenza di informazione sulle risorse disponibili per proseguire l’attività di assistenza differenziata tra pazienti esterni e interni (necessità di acquisto di ulteriori strumentari, macchinari etc., vista la differente localizzazione, non più in reparto o vicino al reparto);

  7. assoluta mancanza di informazione su un piano concreto e sulla tempistica di realizzazione degli spazi dedicati agli ambulatori;

  8. ne deriva la certezza di non poter mantenere volumi di assistenza come quelli attuali (peraltro al di sotto delle richieste) con ulteriore ingolfamento delle liste di attesa;

9.      tutto ciò anche in base alla disdicevole esperienza della situazione delle Malattie Infettive, dove un reparto completato da circa due anni non è ancora utilizzato (e non siamo né in Calabria né in Sicilia). Alle domande sul perché, solo risposte nebulose e non veritiere;

10. comunicazione ufficiale delle procedure di accreditamento delle singole U.O., comprese quelle non ancora attivate;

11.       necessità inderogabile di identificare con chiarezza letti e spazi che competono alle U.O. universitarie, definiti con un atto ufficiale tra i due enti, allegato al protocollo vigente.

 

IN CONCLUSIONE

non vorremmo che, dietro un programma di “organizzazione” come quello in atto, ci fosse il piano di realizzazione di una struttura che sia solo il supporto ad un Pronto Soccorso ipertrofico, priva di ogni interesse culturale e che non porti allo sviluppo ulteriore della attuale realtà assistenziale dell’Azienda Ospedale di Circolo che, in più campi, grazie anche alla presenza dell’Università, manifesta aspetti di eccellenza.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 31 Gennaio 2007
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