Sette big per un partito in cerca di rinnovamento

Parte la stagione congressuale di Forza Italia con un incontro al De Filippi. Unità contro il governo, qualche mugugno verso la Lega; Buscemi "vaffa" il "Corvo" di Varese

Per Forza Italia la stagione dei commissari è agli sgoccioli: l’autunno porterà l’elezione di coordinatori e segretari cittadini e provinciali degli azzurri. Per introdurre questa nuova fase, fortemente voluta e quasi imposta in un incontro ad Arcore contro tesi più "verticistiche", sette "big" del partito hanno incontrato venerdì sera militanti, dirigenti e rappresentanti eletti nelle istituzioni locali al collegio De Filippo di Varese. Con gli assessori regionali Raffaele Cattaneo (saronnese) e Massimo Buscemi (gallaratese) sedevano sul palco il commissario coordinatore provinciale senatore Antonio Tomassini, Giampaolo Ermolli, Giorgio De Wolf, Nino Caianiello e il bustocco Gianfranco Bottini, "maestro di cerimonie" di questo evento di apertura della stagione congressuale.

Clima disteso e buona affluenza di pubblico, con la sala Pigionatti quasi del tutto piena; unico neo, l’assenza dei "superbig" annunciati: nè il coordinatore nazionale Sandro Bondi, nè la coordinatrice regionale Mariastella Gelmini, nè il capogruppo al Senato Renato Schifani sono potuti intervenire. Un’assenza che sarà rilevata in modo assai rispettoso, ma con malcelata amarezza. Sarà Buscemi a "girarla" in chiave positiva e quasi rivendicativa: «Non vengono perchè si fidano di noi: qui è sempre andata bene. Senza bisogno di aiuti dal livello romano, a differenza di altri, abbiamo costruito la nostra forza sul territorio, con il buon governo, con i sindaci». Sempre Buscemi, parlando con la stampa prima dell’incontro, spiega che «il futuro coordinatore provinciale non dovrà avere incarichi istituzionali: vogliamo qualcuno non solo eletto dalla base dei militanti, ma che si dedichi al partito. Un professionista prestato alla politica, non un professionista della politica». Ermolli, Azzi, Marsico: questi i nomi più gettonati per il settore provinciale.

Sul palco i sette "big"  si susseguono mostrandosi il massimo rispetto reciproco e concentrandosi sugli elementi comuni: il facile tiro al piccione contro il governo Prodi, l’indignazione per la lettera anonima del cosidetto Corvo che ha messo a soqquadro gli ambienti politici di Varese, la complessa relazione di odio-amore con la Lega Nord. «Non ci faremo intimidire da lettere anonime» avverte Tomassini, sparando poi a zero sul governo, accusato fra l’altro di indebite interferenze sulla giustizia (caso De Magistris ndr), pratica evidentemente ignota ai tempi di Berlusconi. De Wolf, pragmatico, invita a scegliere il prossimo coordinatore provinciale non per amicizie e legami ma sulla base del programma, mentre Ermolli accenna alla lettera anonima con toni sereni, dichiarandosi fiducioso nella magistratura, e rimarca come positivo il risvegliarsi del dibattito nel partito. Caianiello ricorda le sue "ferite di guerra" (pistolettate contro la serranda, avvisi di garanzia, pestaggi…): «Le hanno provate tutte per impedirmi di fare politica, ma io ho sempre rinnovato la mia disponibilità per il partito. E come non hanno fermato me, non fermeranno voi tutti». Fra gli intervenuti dal pubblico il sindaco di Gallarate Nicola Mucci, pronto a rimarcare la necessità – la lingua batte dove il dente duole – di chiarire i rapporti con la Lega Nord,  che costano sempre un certo deficit di rappresentatività rispetto alla reale forza degli azzurri, e di mantenere a livello locale i problemi «senza correre sempre ad Arcore dalla mamma». Raffaele Cattaneo, infine, sottolineerà l’unità di fondo sui valori e il senso di responsabilità verso l’elettorato come motori di Forza Italia. A chiusura degli interventi sarà Buscemi, dopo aver invitato a «conquistare il potere» nelle roccaforti leghiste e nei residui bunker ulivisti e fustigato la "casta" della stampa per la gestione dell’affaire lettere anonime, a riprendere il "vaffa" di Grillo per "mandare" sonoramente e pubblicamente l’anonimo estensore della missiva che tanto veleno ha riversato a Palazzo Estense: «un codardo, vada a fare in c…» .

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Pubblicato il 30 Settembre 2007
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