Un cuore di rose per ricordare
Sul cavalcavia della Sp 57 il papà di Mirko Porcu e la sorella di Agostino Caristo hanno voluto commemorare la tragedia avvenuta due anni fa
Mentre appendono un cuore composto da rose bianche e rosse la rabbia prende il posto della tristezza. Salvatore Porcu, papà di Mirko, e Laura Caristo, sorella di Agostino, oggi, secondo anniversario dell’incidente di Gazzada Schianno avvenuto sulla provinciale 57 il 20 novembre 2005, non si rassegnano.
Non alla morte dei loro cari, ma al fatto che a distanza di così tanto tempo delle cause di quell’incidente che portò alla morte di tre giovani, Porcu, Caristo e Andrea Imperiale, ancora non sappiano nulla.
«Non vogliamo per nessuna ragione al mondo – dice il papà di Mirko – che i nostri figli vengano ricordati come delinquenti, alcolizzati che sfrecciavano alle sei di sera su una provinciale a velocità folle e ubriachi. I nostri ragazzi non erano così: non siamo affatto convinti che sull’incidente sia stata fatta piena luce».
Forse è la rabbia di un papà e di una sorella che hanno perso in maniera tragica ciò che di più caro avevano al mondo, o forse è solo perché si aspettavano che fossero stabilite responsabilità e nessuno ancora lo ha fatto.
«Noi non vogliamo accusare chi stava al volante dell’auto dei ragazzi, la Peugeot 206, – dice ancora Salvatore Porcu – ma vogliamo che qualcuno ci spieghi la dinamica dell’incidente. Che cosa è successo alle sei di sera di quella domenica 20 novembre? Tutto qui».
Per ora risposte non ce ne sono. Resta il ricordo di chi ha perso i figli e degli amici che oggi si ritroveranno nelle chiese per una preghiera.
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