Ricerca e innovazione: come risparmiare col credito d’imposta
In un incontro organizzato dall’Unione Industriali le opportunità offerte dalla Finanziaria 2007 in tema di investimenti innovativi
Un’opportunità per le attività di ricerca ed innovazione all’interno delle imprese. È quella che offre la legge finanziaria 2007 attraverso il credito d’imposta. Tema che è stato al centro di un incontro che si è svolto questo pomeriggio nella sede di Gallarate dell’Unione degli Industriali della Provincia di Varese (nella foto). Allo stesso tempo un convegno e un momento di confronto operativo durante il quale sono state fornite agli imprenditori del territorio tutte le indicazioni inerenti alla normativa ed agli incentivi previsti a sostegno degli investimenti innovativi.
A parlarne, con piglio molto tecnico, è stato il commercialista, consulente dell’Unione Industriali, Alberto Bolzoni. “La misura – ha spiegato ai titolari d’impresa presenti in sala – riguarda il 10% dei costi sostenuti nelle attività di ricerca e sviluppo”. Quota, però, che sale al 40% per quanto riguarda “i contratti stipulati con Università ed enti pubblici di ricerca”. Con un limite, fissato a 50 milioni di euro per ciascun periodo d’imposta. Tre quelli previsti: da quello successivo al 31 dicembre 2006, a quello in corso al 31 dicembre 2009.
Cifre che hanno fatto da premessa a un intervento corposo. I soggetti beneficiari, il funzionamento del credito d’imposta che non concorre alla determinazione del reddito imponibile sia ai fini Ires, sia Irpef, sia Irap. E poi ancora i riferimenti normativi, la procedura di comunicazione, la documentazione da preparare a supporto, come inserire le voci di spesa all’interno della dichiarazione dei redditi. Questi i punti toccati.
Tra le spese ritenute ammissibili e che dunque potranno usufruire dell’agevolazione fiscale, Alberto Bolzoni ha citato quelle per “il personale, limitatamente a ricercatori e tecnici, purché impiegati nell’attività di ricerca e sviluppo; gli strumenti e le attrezzature di laboratorio, nella misura e per il periodo in cui sono utilizzati per l’attività di ricerca e sviluppo; i fabbricati esclusivamente per la realizzazione di centri di ricerca; i servizi di consulenza; i costi di materiali, forniture e prodotti analoghi; la ricerca contrattuale, le competenze tecniche e i brevetti acquisiti od ottenuti in licenza da fonti esterne a prezzi di mercato”. Elenco di cui potranno beneficiare, sul fronte del credito d’imposta, “le imprese operanti in tutti i settori di attività, escluse quelle che, secondo gli orientamenti comunitari sugli aiuti di Stato per il salvataggio e la ristrutturazione, devono considerarsi in difficoltà”. Un punto, quest’ultimo, affrontato nel dettaglio, per dare confini precisi al campo di applicazione e ai soggetti a cui si rivolge la normativa.
Ultimo tema discusso è stato quello della detassazione delle spese per il personale dedicato alle attività di ricerca e sviluppo ai fini Irap. Un’agevolazione che le imprese potranno cumulare con l’opportunità offerta dal credito d’imposta. Con una precisazione: “L’Agenzia delle Entrate – ha spiegato Alberto Bolzoni – afferma che sono deducibili anche i costi relativi al personale addetto alle attività di cui stiamo parlando con tipologie contrattuali diverse dal lavoro dipendente. La norma, infatti, fa genericamente riferimento al personale senza porre ulteriori vincoli in ordine alla tipologia del contratto di assunzione”. Questo per dire che sono compresi “i contratti di collaborazione coordinata e continuativa, anche nella forma a progetto, e i contratti di collaborazione occasionale”.
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