A Grantola “Le tre scimmie” di Nuri Bilge Ceylan

La pellicola chiuderà il ciclo di film d’essai proposto dai comuni del Luinese con la collaborazione di comunità montana

Giunto al terzo film selezionato in concorso al Festival di Cannes nel 2008Nuri Bilge Ceylansi può considerare l’autore turco di maggiore richiamo internazionale. Nella sua ultima opera affronta tematiche di colpa, riscatto e redenzione – mettendo in scena il travagliato rapporto fra un ricco imprenditore di Istanbul con ambizioni politiche, e la famiglia del suo umile autista.
Il titolo del film turco del regista di Uzak (che nel 2003 vinse il Grand Prix nonché il Premio per i due attori protagonisti) è molto significativo: "Le tre scimmie". In un mondo sempre più amorale e distante da un sentire che non si basi sulla convenienza immediata, i tre affrontano gli eventi chiusi nella propria separazione.
Il Marito accetta per denaro di finire in prigione senza condividere questa grave decisione con la compagna della propria vita, la Moglie sente riesplodere una sensualità che sembrava essersi dissolta con una bellezza ormai sfiorita grazie all’incontro con chi detiene un simulacro di Potere che eserciterà anche su lei trattandola come un oggetto… Il figlio adolescente è il solo, anche se chiuso in un silenzio quasi impenetrabile, a cercare disperatamente un modo di reagire a ciò che potrebbe apparire come ineluttabile. Lui, in fondo, ha ancora dei codici morali a cui rifarsi anche se lo condurranno alla scelta sbagliata.
In un mondo in cui il potere politico e il denaro sembrano poter comprare qualsiasi cosa o persona la sua sarà una decisione devastante. Alla quale però il padre cercherà di porre rimedio utilizzando a sua volta gli strumenti appresi dall’esperienza che sta vivendo.L’ultimo appuntamento con il Cineforum sarà accompagnato da un evento del tutto particolare, verrà infatti presentata un’esibizione di danza del ventre con la partecipazione di Francesca Russo, insegnante di danza mediorientale.
La danza del ventre, in lingua originale Raks sharqi e in italiano danza orientale, è un’arte antica le cui origini pare risalgano ai culti religiosi della "madre terra" praticati nelle antiche società matriarcali della Mesopotamia. Era usata in passato per propiziare la fertilità e celebrare il parto.
E’ stata tramandata e reinventata nei secoli fino a diventare patrimonio etnico delle popolazioni del sud del mediterraneo fino alla Turchia e in parte alla Grecia.
L’ occidente scoprì l’esistenza di questo mondo nell’Ottocento, grazie a viaggiatori francesi orientalisti e fece subito di questa danza il simbolo di una sensualità orientale da sogno.

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Pubblicato il 26 Marzo 2009
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