Da piazza Fontana ad Ambrosoli. Questa era Milano

Pubblicato da Arterigere "Un luogo una storia" il nuovo libro del giornalista Ibio Paolucci. Trentasei storie milanesi, dove i luoghi si confondono con le esistenze che li hanno vissuti. Il libro sarà presentato martedì 17 febbraio allo spazio Scopricoop

Il 31 ottobre del 1926 esce l’ultimo numero dell’Avanti, prima di entrare in clandestinità. In Italia le cose vanno così: un giornale muore e un giornalista nasce. Ibio Paolucci nasce proprio quell’anno a Castiglione della Pescaia, in provincia di Grosseto. La sua sarà una carriera trascorsa perlopiù nella redazione dell’Unità, dove si occuperà di politica e cronaca giudiziaria, con incursioni anche nel teatro e nell’arte. Insomma, una vita passata a seguire processi importanti, a cercare di spiegare le «convergenze parallele» e la bellezza che salverà il mondo.
Nel 1997 il caporedattore della redazione milanese, Giuseppe Ceretti, non volendo disperdere quel patrimonio straordinario di memoria gli affida una rubrica domenicale “Un luogo una storia”. Le storie raccontate da Paolucci sono quasi tutte legate a Milano e alla sua gente, anche se il giornalista intende il mandato di Ceretti «in modo molto aperto».
Quelle storie sono state raccolte in un libro pubblicato da Arterigere  Edizioni che porta il titolo di quella stessa rubrica.
Trentasei ritratti, dove i luoghi si confondono con le esistenze che li hanno  vissuti. Si comincia con il simbolo, il cuore della città: il Duomo. “L’è grand, l’è bell, l’è lù” , così lo definì Emilio De Marchi. La piazza in cui si affaccia è luogo di incontri storici: lì Sandro Pertini nell’aprile del 1945 parlò a una folla immensa che gioiva per la ritrovata libertà. È lì che sosteranno il 15 dicembre 1969 le sedici bare delle vittime della strage di piazza Fontana.
Paolucci racconta dei ragazzi del Parini che nel 1966 punsero con il loro giornale, “La Zanzara”, un’Italietta perbenista e bacchettona. C’è posto per la colonna infame, la cui storia fu raccontata da Alessandro Manzoni. Un simbolo dell’ingiustizia umana, tanto che Enzo Tortora, ogni volta che entrava in tribunale per rispondere di un’accusa assurda e infondata, quel libricino lo portava sempre nella tasca della giacca, con il titolo in bell’evidenza.  C’è posto per il cenacolo vinciano, per il Caravaggio e per le lampade a gas di via Santa Resegonda. Ci sono molti milanesi che meritano di essere ricordati. Uno per tutti, Giorgio Ambrosoli, liquidatore della Banca privata italiana, ucciso la sera dell’ 11 luglio del 1979 da William Arico sicario mafioso assoldato dal banchiere Michele Sindona.
”Un luogo una storia” è un libro che trasuda senso civico, rispetto della memoria e buona scrittura.

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"Un luogo una storia" (Arterigere) sarà presentato martedì 17 marzo alle ore 18 allo spazio Scopricoop con l’autore Ibio Paolucci saranno presenti lo storico Franco Giannantoni ed il giornalista Mario Chiodetti

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 16 Marzo 2009
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