Gioielli contro crisi: nasce il consorzio VareseOrafi

Tempi difficili anche per i settori del lusso: la risposta è unirsi. Nasce sotto l'egida della Camera di Commercio il Consorzio Varese Orafi, obiettivo l'internazionalizzazione e tenere duro di fronte alla crisi per rilanciarsi

Gli orafi del Varesotto si fanno le spalle larghe per resistere alla crisi e rilanciare il loro business sui mercati internazionali. Nasce infatti in questi giorni il Consorzio Varese Orafi, presentato oggi a MalpensaFiere a Busto Arsizio, dove ha sede. Sono per ora 15, sulle circa 140 del settore, le aziende aderenti, un’"avanguardia" imprenditoriale decisa a fare "massa critica" aggregando i colleghi artigiani, non solo strettamente orafi ma intagliatori e incastonatori di pietre preziose, o fabbricanti di macchinari di precisione per il settore. Tutto avviene, ovviamente, con l’alta "benedizione" e il supporto della Camera di Commercio di Varese, sempre impegnata a seguire e stimolare le aggregazioni di forza produttive sul territorio.

Non parte dal nulla questo Consorzio, avendo alle spalle il Centro Servizi Orafi, nato nel 2005, di cui rappresenta una sorta di evoluzione.
Un terzo passaggio potrebbe essere poi quello del distretto: si farà apposita richiesta entro il mese, sperando con ciò di poter beneficiare degli aiuti e facilitazioni governative previsti. Alla presentazione del Consorzio Varese Orafi erano presenti il presidente Francesco Tronconi, il vice Maurizio Colombo, il direttore Germano Casone (a destra nella foto con Tronconi); la Camera di Commercio, assente per impegni non rimandabili il presidente Bruno Amoroso, era rappresentata da Enrico Argentiero.

«Il centro servizi» spiega Tronconi «ci ha aiutato a superare l’individualismo, le piccole gelosie, per lavorare insieme. Ora speriamo che altri si uniscano a questo consorzio» Speranza espressa dal logo, che vede quindici quadratini a formarne uno più grande, con un sedicesimo che si aggrega a chiudere la figura, «simbolo di solidità». Si fa gruppo «per portare avanti la nostra artigianalità in questo momento difficile», e i progetti non mancano, tanto sul mercato interno che su quello estero, dove bisogna farsi conoscere, darsi un’identità territoriale forte e riconoscibile.

Se "fare sistema" è un mantra ormai decennale di fronte alla globalizzazione, il consorzio, promosso dalla Camera di Commercio in collaborazione con Associazione Artigiani, Acai, Api, Cna e Univa,  è una risposta in questa direzione. Anche Casone lo riconosce: «Il consorzio è per superare lo scoglio dell’individualismo, in una situazione di mercato estremamente critica». Da soli, si è fuscelli al vento impetuoso della crisi: insieme si può resistere e tornare a prosperare. «Per andare su mercati nuovi queste aziende per lo più piccole o piccolissime non hanno chi possa curare specificamente marketing, creazione, produzione, chi conosca le lingue, chi faccia ricerche. Il consorzio ci dà i mezzi di poter fare questo e sbarcare sui mercati globali. Miriamo all’internazionalizzazione, al rilancio del business, tra i progetti c’è un sito Internet per l’e-commerce diretto con la clientela. Il consorzio ci permetterà anche di poter impiegare dei macchinari costosi, ad esempio per la prototipazione di nuovi modelli, che il singolo magari non si sarebbe potuto permettere».

E, non va dimenticato, anche davanti alle banche, di questi tempi assai avare, ci si presenterà uniti. Sì, perchè di questi tempi per recarsi allo sportello ci vuole il fisico. Ma unirsi in consorzio – e quanti più si uniranno tanto più spazio di manovra si guadagnerà – potrebbe consentire anche di trattare condizioni migliori per le materie prime del settore gioielleria, ad esempio i diamanti. Quanto alle modalità concrete della presenza del settore orafo provinciale (forte soprattutto nel Gallaratese) sui mercati globali, al momento la soluzione delle fiere non sembra la più indicata: «Molte fiere mondiali stanno riducendo i giorni di attività, da Las Vegas a Vicenza, la crisi è profonda» riconosce Tronconi. «Forse la strategia migliore sono gli incontri business-to-business, guardando all’Est europeo».

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 09 Marzo 2009
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