Raid occidentali, strage di civili in Afghanistan

Un altro attacco in Afghanistan, un’altra strage di civili. Secondo quanto riferito dal portavoce della Croce Rossa Jessica Barry nei raid aerei condotti ieri dalle forze occidentali a guida Usa nell’ovest dell’Afghanistan un intero villaggio è stato distrutto. E, tra le macerie, decine di corpi, tra cui molte donne e bambini. «C’erano donne e c’erano bambini uccisi – ha detto la Barry – a quanto pare, stavano cercando riparo nelle case quando sono stati colpiti».
Sull’episodio è già stata aperta un’indagine congiunta afgano-americana. Le forze a guida americana hanno ammesso di essere state coinvolte in combattimenti e raid aerei nella zona, iniziati lunedì e proseguiti ieri.
L’episodio segue a poca distanza quello di domenica scorsa, quando un contingente di militari italiani ha crivellato di colpi una Toyota Corolla che procedeva in senso opposto ammazzando sul colpo una bambina di tredici anni afghana che si stava recando insieme ai suoi famigliari a un ricevimento nunziale.
La famiglia a bordo dell’automobile per colpa della pioggia battente non avrebbe visto il segnale di stop fatto dal convoglio militare italiano e di contro i militari hanno aperto il fuoco. «Quel che ho visto subito dopo – ha detto il padre della bambina uccisa – è stato che la metà della faccia di mia nipote era scomparsa, che sua madre era ferita al petto e che il mio volto era macchiato di sangue a causa delle schegge del parabrezza rotto».
«Abbiamo fatto i segnali di stop – si sono giustificati, secondo l’agenzia Reuters, i militari italiani – ma la macchina non si è fermata, e poi la vettura era simile a quelle che usano di solito i terroristi».