Sgominata agenzia usuraia vicino al Casinò

Oltre una cinquantina di imprenditori lombardi si rivolgevano all’agenzia di cambio Cam Cam per ottenere contanti da rigiocare. Poi la restituzione del debito con interessi al 1.300 per cento

Disperati che perdevano tutto al casinò, privati o imprenditori, si recavano nella vicina agenzia di cambio. Spesso per ottenere un piccolo prestito, ma di fatto entrando poi in un giro di usura ed estorsione che arrivava anche ad interessi del 1.300 per cento.
Usura, estorsione, esercizio abusivo del credito, illegale negoziazione di assegni, irregolare tenuta dell’archivio antiriciclaggio. Sono solo alcune delle accuse mosse a un’organizzazione criminale scoperta dal Nucleo operativo dei carabinieri di Campione D’Italia nell’operazione investigativa denominata Cash, coordinata dalla Procura della Repubblica di Como. In manette sono così finiti Renato Moroni, 65enne proprietario dell’agenzia di cambio Cam cam, Stefano Acerbi, 67enne pensionato, Riseppe Acerbi, 41enne intestarlo dell’ufficio cambi dell’azienda in questione.
Le indagini dei carabinieri hanno portato a scoprire che i tre muovevano grosse somme di denaro nell’ordine di circa 100 mila euro a settimana, la maggior parte dei quali veniva utilizzata in una lucrosa attività usuraia ed estorsiva ai danni di oltre una cinquantina di imprenditori della Lombardia. Vittime designate dell’”agenzia” erano privati ma anche imprenditori che giocavano al vicino casinò e che venivano avvicinati o furbescamente messi a conoscenza di una “speciale” agenzia di cambio.
 
Le vittime si rivolgevano quindi alla Cam Cam, che aveva la propria base operativa a Campione e una sede anche a Milano, chiedendo in prestito del denaro, molto probabilmente a causa del difficile momento economico. L’agenzia prestava loro il denaro arrivando poi a pretenderne la restituzione con interessi che arrivavano anche al 1.300 per cento su base annua.
Una volta entrati “nel giro” per gli imprenditori iniziava un vero e proprio calvario con le vittime che si vedevano costrette a “versare” agli aguzzini anche 35 o 40 mila euro al mese. Il modus operandi era quello tipico delle organizzazioni di usura: la vittima chiedeva un prestito, subito i sodali applicavano alla somma richiesta l’8 o 10 per cento di trattenuta a vista sulla somma consegnata; la decurtazione veniva mascherata dal tasso di cambio. Le vittime consegnavano assegni firmati ma totalmente in bianco e con il denaro contante ottenuto, in franchi svizzeri, si recavano a giocare al casinò di Campione. Le vittime perdevano tutto e il vortice diventava infinito, con gli imprenditori costretti a dare altri assegni per coprire quelli già consegnati. Fino ad arrivare, da parte degli aguzzini alle minacce all’incolumità fisica anche dei famigliari delle vittime. Una pressione psicologica enorme.
È capitato anche, come documentato dalle indagini dell’Arma, che gli aguzzini invitassero le vittime in luoghi isolati, come il cimitero di Lacchiarella (Milano) e qui picchiassero e minacciassero gli imprenditori anche con l’utilizzo di armi da fuoco. 
Le operazioni dei carabinieri si sono svolte a Campione d’Italia, a Pavia, a Lachiarella e a Chiasso con la collaborazione della polizia Svizzera. Sequestrato denaro contante per circa 300 mila euro in diverse valute, oltre ai locali dell’agenzia di cambio e a numerosi conti correnti riconducibili al sodalizio criminale.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 20 Maggio 2009
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