Strage di Rho, tre fermi: il delitto opera di un gruppo
Un crimine "d'onore" per vendicare la compagna del fratello da parte di due calabresi e di un loro amico. Il gip si riservata la decisione sulla convalida del provvedimento, sabato le autopsie
Sono tre i fermati in relazione al duplice assassinio avvenuto a Rho lunedì mattina, e costato la vita ad Umberto Catapano, 37 anni, e al padre Francesco, 71, che si trovava in auto con lui. Il Gip presso il tribunale di Milano, Giulia Turri, si è riservata la decisione sulla convalida dei fermi, che presumibilmente sarà assunta domani. I fermati, tutti di professione manovali edili e di origini calabresi, sarebbero dei parenti stretti del compagno dell’ex moglie del Catapano junior (di cui uno pregiudicato) e un loro amico. L’ipotesi di reato sarebbe di duplice omicidio premeditato.
Umberto Catapano, pregiudicato, aveva precedenti fra l’altro per maltrattamenti in famiglia, a danno tanto del padre quanto dell’ex consorte. La notte prima del delitto aveva avuto un aspro diverbio con lei per la custodia del figlio quindicenne, che poteva tenere con sè solo nei fine settimana, risolto solo con l’arrivo di una Volante di polizia presso l’abitazione del quartiere milanese di Greco in cui viveva l’uomo. La mattina del dramma i due Catapano si trovavano a Rho proprio dopo aver incontrato l’ex moglie di Umberto. Il movente sarebbe dunque confermato come maturato nell’ambito familiare: una vendetta per le violenze e le liti fra Catapano e l’ex moglie.
Il pm Francesco Cajani ha ricostruito la scena del delitto: una moto di grossa cilindrata affianca la Mercedes grigio-metallizzata dei Catapano in via Aldo Moro, inutile un tentativo di allontanarsi in un posteggio chiuso. Dodici o tredici i colpi di pistola, di cui otto centrano l’obiettivo, il Catapano figlio, altri feriscono gravemente il padre, che morirà poco dopo. Uno avrebbe raggiunto una stanza da letto di un appartamento poco distante. Sarebbe stato però il padre della vittima designata, con le sue ultime parole ai carabinieri sopraggiunti dalla vicina caserma, a dare elementi decisivi per l’indagine, indicando di aver visto allontanarsi un furgone bianco e parlando degli scontri con l’ex moglie come causa dell’agguato. Sabato l’autopsia sulle vittime dell’agguato, mentre il Ris di Parma dei Carabinieri studia i reperti per stabilire chi abbia sparato.
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