Morti sul lavoro, nel 2008 al minimo storico

Presentato questa mattina a Montecitorio il rapporto Inail sugli infortuni. Relatore il presidente dell'Istituto, il varesino Marco Sartori «Mai cosi pochi infortuni mortali, dal 1951»

Non sembra, ma è una bella notizia: nel 2008 in Italia gli infortuni sul lavoro sono stati 874.940 e 1.120 gli incidenti mortali 1.120. 
Un bilancio che, pur nella drammaticità dei numeri, è da record: per la prima volta dal 1951, primo anno per il quale si dispone di statistiche attendibili e strutturate, nel nostro Paese il numero di infortuni mortali è sceso al di sotto dei 1.200 casi l’anno. Nel 2008 i morti del lavoro sono diminuiti del 7,2% rispetto ai 1.207 dell’anno precedente.  Nel giro di circa quaranta anni si è passati dal tragico record storico di 4.664 morti sul lavoro del 1963, apice del boom economico, ai poco più di 1.500 di inizio millennio.

«Con 1.120 infortuni mortali l’Italia è scesa per la prima volta dal 1951 nettamente sotto la soglia dei 1200 casi/anno: un record storico – ha commentato il Presidente di Inail, il varesino Marco Sartori – E’ necessario sottolineare, inoltre, come solo 844 di questi incidenti si siano realmente verificati in occasione di lavoro, a fronte degli altri 276 accaduti in itinere, e ai circa 300 occorsi ai lavoratori sulla strada. Il dato finale ci segnala che le morti in fabbrica, in laboratorio o in azienda sono state 509: una realtà molto differente rispetto agli scenari maturati nell’immaginario collettivo e nell’opinione pubblica».

A meno di nove mesi dalla sua nomina alla Presidenza dell’Istituto Marco Sartori, con il Rapporto Annuale 2008, ha potuto presentare così numeri incoraggianti sull’andamento dell’infortunistica in Italia, per così poter illustrare la strategia del nuovo Piano industriale di Inail, che ha come obiettivo finale la diffusione capillare, sul territorio nazionale, di prevenzione e formazione a favore di lavoratori e aziende. «L’Italia non è come pensiamo, non è affatto una maglia nera in europa per infortuni. I dati elaborati da Eurostat invece dicono che il nostro Paese è allineato con le realtà più virtuose. Questo non toglie che il numero degli incidenti resti ancora rilevante e che bisogna procedere, senza esitazione, su una strategia che permetta di contenerlo in modo significativo- ha spiegato durante la presentazione del Rapporto, che si è svolta presso la Sala della Lupa di Montecitorio, alla presenza del Presidente della Camera, Gianfranco Fini, e del ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi – Abbiamo messo a punto un Piano industriale che, in vista di una diffusione davvero capillare della prevenzione e della formazione, punta a una diversa articolazione dell’Istituto, sia della sua struttura territoriale diretta, sia dei suoi rapporti con tutti gli operatori di settore (come Province, Regioni, sindacati, associazioni di categoria, consulenti, patronati) che sono a contatto quotidiano con i lavoratori e con le imprese. Si tratta non solo di un nuovo approccio al problema, che viene considerato prima di tutto da un punto di vista culturale.L’INAIL potrà fare di più, però, solo se il governo sarà disponibile a lasciarci agire, pur nella contingenza difficile in cui si trova oggi l’economia nazionale, con maggiore capacità di movimento. L’Istituto ha le strutture organizzative e le risorse economiche per procedere, ma deve avere anche la possibilità di esercitarle con pienezza».

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Pubblicato il 24 Giugno 2009
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