Il ritorno di Garzelli: “Sarò al top per la Tre Valli”
Il varesino rientra alle gare nel Brixia Tour dopo la splendida maglia verde al Giro d'Italia. «A Campione non potrò tirarmi indietro, ma per ora penso a ritrovare la condizione»
Dopo un Giro corso all’attacco e la conquista di una splendida maglia verde Stefano Garzelli si appresta a tornare alle gare dopo un lungo periodo di stop. Il capitano dell’Acqua&Sapone sarà da mercoledì 22 al via del Brixia Tour, corsa a tappe che si disputa sulle strade bresciane e che tra gli iscritti vanta un cast di tutto rispetto: da Di Luca a Petacchi, da Cunego a Paolini fino a Visconti e all’altro varesino Fumagalli.
Garzelli, innanzitutto un aggiornamento dalla sua famiglia. Come sta il piccolo Mateo, nato subito dopo il Giro?
«Bene grazie: il parto e il ritorno a casa sono andati come previsto, Mateo e la mamma stanno bene. Certo, ora i bimbi sono tre e si fa fatica a correre dietro a tutti, ma naturalmente è splendido passare con loro le giornate».
Veniamo al ciclismo: in che condizioni è prima del Brixia? E come proseguirà la sua stagione?
«Dopo il Giro mi sono fermato due settimane, poi da allora mi sono solo allenato: non gareggio da 50 giorni e il Brixia mi serve soprattutto a ritrovare le sensazioni di corsa. Nel frattempo sono stato ad allenarmi a Livigno dove in pratica mi sono alternato con Basso e conto di arrivare al top di forma tra un mese. Dopo il Brixia sarò alla Vuelta a Burgos ma gli obiettivi veri saranno Tre Valli e Melinda, dopo la metà di agosto».
La Tre Valli torna a concludersi a Campione d’Italia: un traguardo che le piace per forza.
«Sì: è arrivata due volte su quel traguardo e in entrambe i casi ho vinto io. Non posso che riprovarci. Però sarà una gara molto difficile perché piace a tanti grandi nomi, è la prima "premondiale" e su un arrivo simile non puoi nasconderti: vince chi è in forma».
Cosa ne dice di questo Tour de France che non decolla?
«Dico che sarà molto difficile scalzare Contador: i fratelli Schleck sono forti ma non valgono lo spagnolo a cronometro, però ovviamente nel ciclismo basta una giornata storta per cambiare le cose. Certo, questo percorso particolare sta rendendo la corsa un po’ noiosa e d’altra parte non si può rischiare un attacco a 70 km dalla fine in salita, quando poi devi affrontare lunghe discese e pianure. Credo che fino alla crono di giovedì succederà poco e quasi tutto si deciderà sul Mont Ventoux».
Quest’anno non ha ancora vinto, nonostante la conquista della maglia verde. Le manca il successo in una corsa "secca"?
«Cerco di non pensarci, anche perché ho all’attivo parecchi podi che per un motivo o per l’altro non si sono trasformati in vittorie. Sono contento di quello che ho fatto al Giro e sono conscio che alla mia età non posso pensare di essere sempre competitivo per il primo posto. La mia preoccupazione è quella di andare più forte possibile soprattutto in questa seconda parte di stagione».
Con l’obiettivo di partecipare al Mondiale di Mendrisio.
«Sì, la meta è quella ma dopo la delusione patita l’anno scorso, quando non sono stato convocato per Varese, ho imparato a non illudermi. Farò di tutto per esserci, altrimenti pazienza, cercherò di arrabbiarmi il meno possibile».
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