Ovazioni per il papà di Gundam
Pardo d'onore a YoshiYuki Tomino, che ha creato il cartone conosciutissimo dai primi anni ottanta anche in Italia. Più di tremila fan a seguire l'indito film sul robottone durato più di 2 ore
Innanzitutto, adesso sappiamo che uno dei miti dell’infanzia dei 30-40enni si scrive “Gundam” ma si legge “Gandam”: se ci fossero stati dei residui dubbi, nei 148 minuti di “Mobile suit Gundam I” film protagonista della serata di ieri in piazza Grande a Locarno, l’hanno ripetuto – in Giapponese, anche se con sottotitoli in italiano e inglese – abbastanza volte da farlo rimanere bene in testa.
Ora è inoltre chiaro che quel cartone animato nato nel 1979 in Giappone si è sviluppato in Italia in maniera straordinariamente veloce, secondo le ricostruzioni del regista Maurizio Nichetti, che l’aveva citato nel suo “Ho fatto Splash” che è del 1980. Una espansione straordinaria, che non solo ha rivoluzionato il mondo dei cartoni ma anche in generale il mondo dell’animazione e – infine – anche dei film d’azione di oggi.
Nichetti era a Locarno ieri sera per consegnare il Pardo D’Onore a YoshiYuki Tomino, il creatore di Gundam, che ha raccolto le ovazioni dei rumorosi fan del robottone, il cui primo film, mai proiettato prima di ieri sera in Europa, ha ben evidenziato le diversità rispetto ai suoi colleghi della stessa epoca: antimilitarista, contro le dittature, con un protagonista che diventa combattente suo malgrado. E che, per di più, non affronta rozzamente queste tematiche: le sviluppa invece costringendo a ragionamenti complessi (dove finisce la ricerca dell’indipendenza e dell’autoderminazione contro un oppressore e dove comincia l’espansionismo dittatoriale? In un momento di conflito cos’è il bene: evitare di combattere e uccidere persone o difendere il proprio paese e i propri vicini?) che hanno stregato i ragazzini giapponesi degli anni 80, ma che forse gli europei non erano ancora prontissimi a seguire.
Ma proprio questa complessità ha reso Gundam un mito nei decenni a seguire, e Goldrake e Mazinga due macchiette popolari: segno che anche nella parte più pop della cultura ci sono delle belle differenze, sia educative che ideologiche. Per lui a Tokio infatti ora c’è una statua da 18 metri, una mai sopita serie di modellini da costruire, e il ricordo imperituro di almeno tre generazioni di ragazzini.
«Quando l’ho scritto, non pensavo di realizzare dei cartoni: io pensavo di realizzare un film» spiega Tomino mentre raccoglie il premio dalle mani di Nichetti. E in realtà ha fatto anche di più: ha cambiato – come ha ben ricordato il patron del Festival di Locarno nel presentarlo – anche tutto il cinema d’azione, oggi molto più “animato” e “tecnologico” di quanto lo fossero i cartoni di trent’anni fa.
Il film "Gundam Mobile Suit I" è stato solo il primo – e il più apprezzato, visto che in piazza Grande si superavano le 3mila persone – dei film della “Manga Night” che ha visto altre 3 pellicole in sequenza: l’ultima dei quali era la proiezione gratuita di Akira, nel cuore della notte. E non pensate che sia andata del tutto deserta: tra i fan, ieri sera, c’è chi ha portato coperte e sacchi a pelo.
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