“Si può fare”: quando la solidarietà è una buona idea

Teresa Sansone è da 16 anni la presidentessa della cooperativa Il Giardino del Sole, che fa lavorare disabili psichici e disagiati. E che ora è una "famiglia" da 60 persone, e un'occasione di lavoro e comunità

«Il pomodoro? È nostro. Il pranzo? Lo facciamo noi. Il latte? E’ del nostro vicino, in sede gli teniamo la macchinetta di distribuzione del latte crudo. E se vuoi ti porto a vedere la fattoria: in realtà non dà alcun utile, ma ci consente di essere pressocchè autonomi con la mensa e permette di far lavorare anche a quelli che non riescono a farlo in altri contesti. E poi, è troppo divertente stare in fattoria. Facciamo la salsa, lo strutto, abbiamo le uova e sapessi come sono buoni i capretti. L’orto lo tiene il Mariolino: vedrai, ti piacerà». A parlare, con un entusiasmo che non si è sopito dopo 16 anni, è  Teresa Sansone, presidente della coperativa Il Giardino del Sole una cooperativa sociale di tipo "B", di quelle cioè che fanno lavorare i soggetti che di solito hanno difficoltà a trovare lavoro. Una cooperativa che 16 anni fa, aveva 4 persone assunte e adesso ne fa lavorare quasi sessanta: e nessuno avrebbe mai detto che sarebbe andata così bene. Sembra la trama di "Si può Fare", il film rivelazione con Claudio Bisio: e invece è una realtà, che nel suo piccolo ha cambiato la vita del paese, e oltre.

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La cooperativa del sole 4 di 16

All’inizio, Teresa Sansone era solo una mamma che voleva far fare una vita normale a uno dei suoi figli, che aveva un problema psichiatrico. Il che però non significa essere incapace di vivere normalmente: lei sapeva perfettamente che non solo era in grado di lavorare – magari non come un giapponese, ma lavorare – ma ne aveva anche la necessità, come tutti, per considerare la propria vita piena.  A lei, come ad altri genitori come lei, avevano proposto di fare andare avanti una serra: Teresa, da massaia calabrese trapiantata al nord, che non aveva perso l’abitudine alla generosità e alla voglia di fare, ha detto “si può fare”, ha radunato altri genitori come lei e qualche amico per ottenere il numero necessario di soci per fare partire la Cooperativa, ed è diventata imprenditrice.

E di quelle "coi baffi": di quelle molto concrete, cioè, e che innanzitutto pensano che le cose importanti siano far quadrare i conti e coltivare sempre le relazioni con le persone, per avere opportunità nuove. Ma che hanno anche un cuore di mamma: di quelle che si preoccupano perchè i figli lavorino serenamente e mangino sano. Morale? «In mensa cucino io. Poi naturamente ci sono quelli che mi aiutano, tagliano la verdura, lavano i piatti, rigovernano, mi assistono. Però ci tengo a sapere cosa mangiano». Per questo nel tempo la sede, che prima era solo la serra e poi è stata ricavata da una industria anni sessanta, comprende anche una sala ricreazione bella grande: «mangiamo le cose nostre, prepariamo la salsa, facciamo festa,  a volte. E per farla meglio, ci hanno appena procurato una barbecue»

Accanto a noi, mangia anche Andrea: socio lavoratore fin dalla sua fondazione, è il paziente psichiatrico più brontolone e gentile mai visto in una azienda. E, ormai, un dipendente di lunga data: è anche con la scelta dei suoi genitori che Teresa ha potuto cominciare a far diventare il Giardino del Sole quel che è ora. Una azienda che va ben oltre la cocciutaggine materna di Teresa: «le cose sono per noi cambiate radicalmente quando una norma reso possibile per gli enti locali usufruire dei servizi delle cooperative sociali senza dover lanciare un bando di gara. Ci hanno dato fiducia gli amministratori dei paesi qui intorno, hanno visto che lavoravamo bene, ed eccoci qui».

Ognuno con il suo lavoro, e tutti in una atmosfera famigliare: «Senta, me la fa una foto all’orto? Una con me che vango e una coi meloni» chiede Mariolino, il custode della fattoria. Ovvio che questa foto è stata scattata: serve a ricordare che davvero si può lavorare tutti insieme, ognuno per le proprie capacità, rendendo la vita piena a tutti. E a dirlo sono il Giardino del Sole e tutte le altre realtà cooperative sparse per il varesotto e per l’Italia, che lo rendono vero.

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Pubblicato il 25 Agosto 2009
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