Tesoro: “Cambiare tecnico? È un’opzione”
Si fa rovente la panchina del mister Beppe Manari dopo la sconfitta interna con il Novara nonostante la discreta prestazione. Cinque punti in sette partite ed è allarme rosso. L'amarezza del giovane presidente
Brucia, brucia maledettamente la sconfitta interna con il Novara. Gli ultimi tre derby con i cugini piemontesi sono stati tutti persi di misura più o meno allo stesos modo, in fotocopia. Quelli dell’anno scorso sono costati la promozione in serie B, quello di oggi rischia di costare la panchina a Beppe Manari, allenatore che già "pro forma" necessita di un "titolare" (Di Fusco) per ragioni di patentino, ma ora vede davvero in pericolo la sua posizione.
Non è stata una partita a senso unico, tutt’altro: i ragazzi di Manari hanno lottato su ogni pallone, facendo quanto potevano. Di certo uno spettacolo migliore rispetto a quanto visto a Pagani, dove i tigrotti, pardon i micetti, si erano fatti bloccare sullo 0-0 dalla stessa squadra, ultima in classifica, travolta oggi 5-2 a Masnago da un Varese che dopo aver rifilato cinque pappine nel primo tempo si è permesso di passeggiare. Il paragone è un’altra umiliazione pesante per i colori biancoblu, più cornuti e mazziati che mai in questo nerissimo avvio di campionato.
Negli spogliatoi va in scena, più che una confernza stampa, uno psicodramma.
Attilio Tesser, mister di un Novara lanciatissimo che arrivava allo Speroni terzo in classifica, è l’unico sereno e soddisfatto: non fa mistero sul fatto che la partita è stata equilibrata. Merito anche dell’avversario, riconosce. «Non riuscivamo a giocare palla al piede, non creavamo nessun gioco. Nel primo tempo abbiamo fatto male. Nella ripresa abbiamo creato più gioco e azioni, qualche occasione l’abbiamo avuta. Fin lì giocavamo non bene, correndo nessun rischio, ma a vederla era una partita da zero a zero. Nella ripresa in effetti siamo riusciti a dare più profondità al nostro gioco», grazie alle sostituzioni e a cambiamenti tattici.
Beppe Manari ha gli occhi bassi, la voce roca ed è profondamente amareggiato. Nella ripresa, a bordocampo, era una tigre in gabbia. «Alla prima disattenzione abbiamo preso gol: c’è anche della malasorte. Giocavamo contro un’ottima squadra, li avevamo limitati bene». Non basta: nel calcio non si vince ai punti, bensì segnando. «Mi assumo ogni responsabilità» dice il tecnico biancoblu, «perchè anche sulle scelte di campagna acquisti ho concordato tutto con la società. Il mio impegno è e resta massimo, fin quando mi sarà consentito di continuare. Alla panchina non ho mai pnsato: vado avanti. Dico grazie a chi mi ha dato questa opportunità, ma a me, da tecnico come da giocatore, nulla mi è mai stato regalato».
La voce più attesa però era quella del giovane presidente della Pro Patria, Antonio Tesoro. Che è un mix di imbarazzo, frustrazione e confusione. «Sono frastornato» ripete, «tutto mi aspettavo, ma non di perdere questa partita». Che dai tifosi, è noto, è sentita: al fischio finale la curva degli ultras sembrava un’esposizione di statue di sale. «Bisognerà cercare una svolta, non so, devo pensare a tutto a questo punto. Cambiare tecnico? È un’opzione» ammette molto a malincuore Tesoro dietro le insistenze della stampa. «Però mi sembra ingiusta, mi addolora. In campo non ho visto i dodici punti di differenza che ci separavano in classifica. Ottima intensità di gioco, abbiamo tenuto palla, i ragazzi avevano lavorato bene in settimana per preparare il match. Ho visto giocatori in crescita, come Pacilli, la difesa teneva bene , il centrocampo c’era, l’attacco l’abbiamo rinforzato nella ripresa con Paponetti. Poi abbiamo preso il gol sull’unica vera azione subita, da un Novara cinico e con poche idee. Come se ne esce, mi dite? Non so».
Il presidente e figlio del patron Savino Tesoro si dice «rammaricato, deluso, perplesso» tanto più che «la squadra ci ha messo la gamba, era concentrata e non riesco ad essere arrabbiato con i giocatori. In fondo, è stata la nostra prestazione migliore». Proprio quello è il problema. «La classifica è preoccupante» (eufemismo: è da allarme rosso), «non rispecchia valori reali». Tanti, troppi giocatori sono sottotono rispetto alle attese: si veda Spiderman Ripa, cui oggi per un pelo non è riuscito di sbloccarsi, ma vale per gran parte della squadra. L’unico di cui apertamente si dice bene in queste settimane è Lombardi, che oggi ha fatto bene il suo compitino a centrocampo ma nulla più. La causa per molti è la preparazione atletica, e Antonio Tesoro concede: «Direi di sì, è stata sbagliata. Abbiamo giocatori ancora inespressi, non certo al meglio. La preparazione effettuata era quella usata da Juve e Milan, per una stagione da minimo 45 partite, ti lascia sempre al 70% però. Avessimo avuto tutti brillanti fin dall’inizio, chissà. Purtroppo arriviamo sempre dopo, siamo quelli del giorno dopo, e il nostro sembra non arrivare mai».
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