I panni “sporchi” delle lavanderie a gettone

Intervento di Stefano Locorotondo, referente dell'Associazione Artigiani e presidente di Confartigianato Lombardia per il settore Pulitintolavanderia, sul poco rispetto della normativa di settore da parte degli esercizi self-service.

Cosa distingue una lavanderia a gettone, o self-service, da un pulitintore con anni di esperienza alle spalle? La professionalità e la capacità di saper gestire i capi da trattare.
Stefano Locorotondo, sulla querelle che si è innescata con le lavanderie a gettone, ha le idee chiare: "Il settore della pulitintura investe in formazione, tecnologie, macchinari e prodotti di prima qualità. Soprattutto, possiede un requisito che nessuna automazione potrebbe avere: la conoscenza affinata dalla pratica e l’esperienza basata sulla soddisfazione del cliente".
Questo il problema: "Pulisecco e lavanderia a gettone nascono per soddisfare esigenze diverse: una distinzione corretta, giusta nei confronti dei clienti e sancita anche dalla legge. Una distinzione che, però, dalle lavanderie a gettone é sempre meno rispettata. In violazione della normativa vigente, sempre più spesso questi servizi passano dal self-service al full-service: smacchiatura, lavaggio, stiro, ritiro e consegna a domicilio. Ricordiamo che le lavanderie self-service si affidano esclusivamente alle macchine, quindi la legge non prevede personale a disposizione dei clienti (vedi stiro, consegna, ritiro). In caso contrario, tali strutture rischiano di incentivare attività in nero e abusive".
Ma non è finita, perché "i problemi si moltiplicano quando si affrontano i molteplici obblighi "ambientali" ai quali è sottoposta una pulitintolavanderia: condizioni di sicurezza e igienico-sanitarie degli ambienti di lavoro, immissioni in atmosfera, scarichi idrici che aumentano i costi a carico dell’imprenditore per tutelare il cliente. Le attività self-service, invece, stanno invadendo il nostro campo nel tentativo di offrire un servizio completo ma senza doversi sobbarcare tutti gli obblighi di legge. E questo non è corretto".

Quindi: leggi uguali per tutti e da tutti rispettate. E’ un dovere che spetta alle pubbliche amministrazioni: "Gli uffici preposti – prosegue il presidente dei pulitintori – sono i primi, spesse volte, a non possedere le conoscenze per distinguere le pulisecco tradizionali da quelle a gettoni, con conseguente proliferare di attività che sfuggono ai controlli. Il sistema Confartigianato ritiene che tale situazione sia inaccettabile, e chiede che le istituzioni intervengano prontamente al fine di sanare una confusione che pone sullo stesso piano la professionalità di imprenditori seri con l’attività di macchine programmate".

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 20 Gennaio 2010
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