Mirabelli: “Il carcere a Belforte è un errore”
Il consigliere democratico annuncia che si opporà a un insediamento nalla Bevera e propone una via da seguire per la programmazione futura di un nuovo penitenziario
Il Consiglio dei ministri ha approvato il piano carceri proposto dal ministro Alfano.
Premesso che, personalmente, nutro una sana diffidenza nella politica degli annunci dell’attuale governo di centrodestra, troppo spesso slegata dalle risorse effettivamente disponibili, è innegabile che, Varese, dove i “Miogni”, sono ubicati in centro città, per giunta davanti ad una scuola elementare, debba valutare con estrema attenzione la possibilità di edificare una nuova struttura che sostituisca quella attuale la quale, ormai, è obsoleta.
E’ evidente, tuttavia, che l’area su cui, eventualmente, dovesse sorgere la nuova struttura non potrebbe essere decisa dal ministero perché è di stretta competenza decisionale del Comune di Varese.
In proposito, conviene ricordare che, in passato, la maggioranza di centrodestra che amministra da quasi venti anni il Comune di Varese aveva già scelto come ubicazione ideale di un eventuale nuovo carcere la zona dei Duni, nel rione di Bizzozzero, salvo, poi, fare una precipitosa marcia indietro di fronte all’azione efficace dei consiglieri di opposizione sostenuti da centinaia di comuni cittadini che, proprio in quella zona, attendono la realizzazione di un parco.
Ora pare che l’Amministrazione Fontana abbia messo gli occhi su una zona a Belforte, vicino alla valle della Bevera. Da parte mia, mi auguro che, anche in questo caso, ci siano i margini per un ripensamento visto che (e non mi pare un dettaglio trascurabile!), dalle colline sovrastanti, qualsiasi malintenzionato potrebbe facilmente guardare dentro al nuovo carcere per progettare eventuali evasioni di detenuti.
A mio modesto parere, occorrerebbe individuare un’area pianeggiante, facilmente accessibile, ubicata al confine tra la “piccola” Varese e la “grande” Varese comprensiva del capoluogo e dei Comuni limitrofi che, ormai, sono separati solo sulla carta.
Perché è impossibile pensare di risolvere il problema dell’ubicazione del nuovo carcere tentando, una volta tanto, di fare dialogare il capoluogo con tutti questi Comuni?
Ci sono, poi, altre due questioni la cui soluzione considero addirittura preliminare ad ogni ragionamento circa l’eventuale ubicazione del nuovo carcere.
Oggi i “Miogni” sono un carcere mandamentale che dovrebbe ospitare circa 90 persone (in realtà ne ospitano 130) per reati sanzionati con pene inferiori ai 5 anni. Stupisce, pertanto, che il piano Alfano preveda una megastruttura con una popolazione carceraria di 450 persone ovvero ben cinque volte superiore a quella attuale. Quali garanzie ci può offrire il governo Berlusconi che anche l’eventuale nuovo carcere mantenga un carattere mandamentale?
La seconda questione riguarda il destino dell’area su cui sorgono i “Miogni”. Prudenza, infatti, consiglierebbe, di vincolarla ad un utilizzo esclusivamente pubblico per evitare qualsiasi tentazione di speculazione.
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