Sacchetti contro Riva: due miti del basket raccontano Varese-Cantù
Si scalda l'attesa per il derby di sabato 9 a Masnago: ecco l'intervista doppia tra due grandi protagonisti delle sfide anni Ottanta. Che confessano: «L'avversario più tosto? È stato lui»
Centoventi partite alle spalle, una – come sempre molto attesa – alle porte. La storia infinita tra Varese e Cantù vivrà sabato sera (9 gennaio) una nuova puntata sul palcoscenico del palasport di Masnago. A presentare il derby per Varesenews abbiamo chiamato due grandissimi protagonisti del passato, che oltre alla storia di questa sfida hanno fatto pure quella del basket italiano: Romeo Sacchetti e Antonello Riva. I due grandi ex, per ironia della sorte, si affrontano ancora oggi seppure con ruoli differenti: "Meo" è l’allenatore di Sassari, capolista in LegaDue, "Nembo Kid" invece fa il general manager a Veroli, diretta inseguitrice in classifica della formazione sarda. Qui ve li proponiamo in una classica
"intervista doppia" pre-derby.
Tra le tante Varese-Cantù giocate, qual è quella vi ricordate in modo più netto?
Sacchetti: «Quella del "Pianella" valida per la semifinale del 1990. Vincemmo gara 2 a Cucciago e ci qualificammo per la serie-scudetto. Molti se la ricorderanno perchè in effetti finì male, con il pubblico che tirava monetine e con gli arbitri che sospesero il match a qualche secondo dalla sirena, ma noi giocammo una gran partita».
Riva: «Ce ne sono state tantissime ed è difficile sceglierne una. Però so quale mi brucia di più: la finale di Coppa delle Coppe giocata al vecchio palasport di San Siro a Milano e vinta dall’allora Emerson. Era una partita particolare, dal significato molto importante e Varese se la portò a casa (90-88 al supplementare ndr)».
Qual è stato invece l’avversario più difficile da affrontare?
Sacchetti: «Sicuramente Antonello: io in difesa prendevo spesso l’avversario più forte e contro Cantù era sempre lui. Quel che potevo fare era mandarlo a sinistra per un palleggio, arresto e tiro: se partiva a destra non c’era niente da fare. Spesso hanno detto che ero riuscito a fermarlo, ma ciò significava tenerlo sotto ai trenta punti…».
Riva: «Meo, che era già il mio avversario diretto quando giocava a Torino. Il duello Riva-Sacchetti era una certezza in quegli anni: mi facevano marcare da lui perché alla stazza fisica univa una buona agilità e una grande intelligenza tattica. Quando lo affrontavo, riusciva comunque sempre a "sporcarmi" i bottini e le percentuali».
Come definirebbe il derby tra Varese e Cantù?
Sacchetti: «Una di quelle cose che fanno bello lo sport, perché per me è sempre stata una partita capace di andare oltre alla classifica. Con Cantù questo discorso valeva e vale più ancora che con Milano: due città piccole che si giocano il predominio ad alti livelli».
Riva: «Una gara che esula sempre e comunque dall’andamento del campionato. Non è il caso del derby di sabato, importantissimo per entrambe, però se anche la partita non contasse granché per la classifica avrebbe comunque attorno un’atmosfera speciale. Inutile far finta di niente: ci si prepara e si gioca in un clima particolare».
Seguirà la partita di sabato?
Sacchetti: «Non me la perdo di sicuro: ore 20, sarò senz’altro davanti alla tv per tifare Varese. La Cimberio è in emergenza infortuni e capisco bene Pillastrini in casi del genere, ma sulla partita secca può vincere e ha bisogno di questi due punti».
Riva: «Purtroppo non posso perché con la mia Veroli sono impegnato in una partita d’alta classifica a Reggio Emilia. Avessero giocato domenica, sarei venuto a Masnago. Niente aggiornamenti via sms durante la mia gara, ma subito dopo la sirena controllerò il risultato: sarà la prima cosa da fare al rientro negli spogliatoi».
Varese-Cantù: una può fare a meno dell’altra?
Sacchetti: «No, impossibile. Anni fa qualcuno ventilò l’ipotesi di una fusione che non sta né in cielo né in terra: Varese e Cantù devono rimanere indipendenti e continuare a brillare di luce propria nel basket italiano. Molti vorrebbero vedere solo le metropoli, ma in queste città c’è un patrimonio fondamentale».
Riva: «Diciamo che sono due società che, oltre a fare la storia del basket italiano, hanno anche fatto conoscere la nostra pallacanestro ai massimi livelli in Europa. Per questo sarebbe bello rivederle entrambe sui palcoscenici continentali: se è difficile pensare a un futuro di vittorie nelle coppe come avveniva una volta, sarebbe stupendo vederle tornare a duellare nelle coppe».
Il vostro duello si rinnova in LegaDue e il primo round è andato a Sacchetti: com’è stato lo scontro diretto?
Sacchetti: «Ottimo, è andato bene visto il risultato, però ho giocato in casa e ciò mi ha favorito. Spero che sabato, per Varese vada allo stesso modo».
Riva: «Meo a Sassari sta facendo un grande lavoro: le sue squadre si dice abbiano grande libertà, ma il gioco che impone permette di fare sempre grandi bottini. A Sassari sono partiti fortissimo e quando noi siamo tornati vicino ci hanno atterrato di nuovo a suon di canestri. Li aspettiamo al ritorno, contando in un loro calo futuro per fare uno sgambetto alla capolista».
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